“La malattia che crea i danni più gravi ad un bambino e che si trasmette dai genitori ai figli è la povertà, perché comporta un altissimo rischio di esclusione sociale e condanna in modo quasi ineluttabile una parte consistente della popolazione ad un destino di marginalità in grado di determinare per la società un carico di povertà e devianza che può minare alla base qualsiasi possibilità di sviluppo economico e sociale dell’intero Paese”. È un grido d’allarme molto forte quello che lancia Paolo Siani, presidente dell’Associazione Culturale Pediatri Italiani (che raccoglie oltre 2500 pediatri in tutto il Paese suddivisi in 35 gruppi territoriali) intervenendo al Sabato delle Idee dedicato al tema dei “Diritti dei Minori nella società multimediale e multiculturale” e organizzato in occasione della Giornata Internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza.
Un grido d’allarme suffragato dai dati Istat sulla povertà in Italia e del Rapporto di Verifica dei Livelli Essenziali di Assistenza curato dal ministero della Salute. In Italia vivono in situazione di povertà relativa 1.822.000 minorenni, pari al17,6% di tutti i bambini e gli adolescenti. Il 7% dei minorenni vive in condizioni di povertà assoluta, pari a 723.000 persone di minore età. Una situazione per altro molto diversa a seconda del luogo di nascita. La quota di povertà assoluta è del 10,9% nel Mezzogiorno, a fronte del 4,7% nel Centro e nel Nord del Paese.
“Ma il dato che più di altri ci aiuta a individuare il fallimento delle politiche sinora adottate – ha spiegato Siani – è quello relativo al rischio di povertà ed esclusione sociale per i bambini e gli adolescenti che vivono in famiglie con tre o più minorenni: un rischio pari al 70% nel Mezzogiorno a fronte del 46,5% a livello nazionale. Dovrebbe essere noto a tutti che la povertà produce cicatrici precoci nello sviluppo cognitivo del bambino che restano visibili per tutta la vita”. E allora, come ha spiegato Siani “bisogna intervenire subito per guardare al futuro, e bisogna farlo con interventi concreti di lunga durata e di ampio respiro, senza parole o promesse, senza finanziamenti sporadici a pioggia, ma con programmi di intervento chiari, organici e valutabili perché l’investimento sul capitale umano è l’investimento più produttivo che possa fare un Paese per il proprio futuro, anche da un punto di vista economico”.
Di qui l’appello al Premier Renzi per un tavolo programmatico con tutte le realtà che operano nell’assistenza e nell’educazione per l’infanzia che possa dare vita ad un “Piano Infanzia” che vada oltre l’atteggiamento caritatevole e “adotti” sin dalla “nascita i neonati delle famiglie a rischio psicosociale, creando un sistema organico di politiche sociali, sanitarie e di istruzione che possa garantire quell’effettiva eguaglianza tra i minori di tutto il Paese oggi fortemente compromessa dal grande squilibrio economico”. Appello sottoscritto da Marco Salvatore, fondatore de “Il Sabato delle Idee” a nome delle nove istituzioni scientifiche, accademiche e culturali che da oltre cinque anni portano avanti il ciclo di incontri progettuale ideato dalla Fondazione SDN e dall’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli. Appello che ha come primo firmatario anche Vincenzo Spadafora, Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza, seguito dagli autorevoli relatori dell’incontro del Sabato delle Idee: Melita Cavallo, presidente del Tribunale per i Minorenni di Roma, Nino Daniele, assessore alla Cultura del Comune di Napoli, Gianluca Guida, direttore del Carcere di Nisida, e lo psichiatra Ignazio Senatore, fondatore di “Cinema e Psicanalisi”; e di varie associazioni: “Noi Genitori di Tutti”, l’associazione delle “Mamme della Terra dei Fuochi”.
Oltre a quello di “Noi Genitori di Tutti”, il Sabato delle Idee ha raccolto anche altri progetti: come l’idea dell’Orchestra Sinfonica dei Quartieri Spagnoli: 37 ragazzi tra gli 8 e i 12 anni del “quartiere difficile” ai quali la musica, con il sistema pedagogico Abreu, concede gratuitamente, grazie al sostegno finanziario, tra gli altri, della Siae presieduta da Gino Paoli e alla speranza di nuovi finanziamenti, una grande occasione di crescita culturale e sociale, un’occasione ben diversa da quelle che attraggono molti coetanei del quartiere; il progetto internazionale de “La Terra dei Bambini”, nato per ricostruire il grande centro per l’infanzia realizzato nel 2011 dall’ONG “Vento di Terra” nel villaggio beduino di Um al Nasser, proprio nella Striscia di Gaza, presentato da Pierluigi Camilli, papà del giornalista italiano Simone, ucciso a Gaza da una bomba lo scorso agosto, per la presentazione del progetto internazionale. E quello, di natura editoriale, della Casa Editrice Caracò “Le favole dell’attesa”, un volume con 23 storie illustrate per bambini di tutte le età, che rappresenta la declinazione per l’infanzia del successo editoriale dei “Racconti in sala d’attesa”. Un progetto specificamente dedicato all’infanzia, dunque, che ha coinvolto scrittori, artisti, medici e giornalisti al servizio di un’iniziativa sia terapeutica, con l’obiettivo di usare la lettura e la favola come strumento di “cura” dei bambini ammalati, sia culturale, perché finalizzata alla diffusione della lettura in ogni “sala d’attesa”, non solo degli ospedali ma anche delle scuole, delle ludoteche e dei centri per l’infanzia, sia benefica, perché ogni libro venduto contribuirà a donare una copia ad uno dei tanti ospedali pubblici che hanno aderito al progetto.