“Ri-territorializzazione, cioè ritrovare un legame con la terra, con le radici, ma non come fa la Lega; e ri-localizzazione, cioè ritrovare il senso dei luoghi, sono le parole chiave attorno cui innestare tutto il ragionamento presente sul nuovo modello politico, culturale ed economico del Mezzogiorno e dell’Occidente. La delocalizzazione ha distrutto il tessuto sociale e industriale del Sud e dell’Italia centrale e ora avanza verso il Nord. Il libero scambio è una libera volpe in un libero pollaio, e noi siamo i polli nelle mani di Paesi come la Cina”. Serge Latouche, economista e filosofo francese teorico della cosiddetta decrescita felice, è ospite del Consorzio Mediterraneo Sociale che in questi giorni lo ha portato alla scoperta di luoghi interni della Campania. Martedì all’Università del Sannio per l’inaugurazione del master MIART (Manager delle Imprese Agro-sociali e delle Reti territoriali), Latouche ieri sera ha fatto tappa all’Abbazia del Goleto di Sant’Angelo dei Lombardi (AV) in occasione della presentazione del libro di Salvatore Esposito “Acciuffare la luna”.
“E’ nostro dovere difendere la resilienza, cioè la capacità dei luoghi di far fronte agli shock del futuro come l’esaurimento del petrolio, le guerre e la conseguente immigrazione di massa”, ha spiegato il filososo francese, secondo cui il futuro non può passare attraverso la trappola dello sviluppo sostenibile, espressione rifiutata in quanto conserva nella parola sviluppo l’idea che il benessere dipenda dalla crescita economica.
Tema del libro di Esposito “il sogno che si innesta nella politica e diventa elemento di cambiamento e trasformazione di un presente orrendo”, ha spiegato Luisa Cavaliere, autrice della postfazione. A lei il compito di coordinare i lavori che hanno visto anche il contributo del sindaco di Sant’Angelo dei Lombardi ed esponente del Partito Democratico Rosanna Repole, di Mario Salzarulo del Gal Cilsi e della consigliera regionale PD Rosetta D’Amelio. “Bisogna ripartire dalle esperienze, dalla gente. I partiti immagine oggi non bastano più a dare risposte alla gente – ha detto la D’Amelio – In questo libro, oltre alla riflessione e alla teoria, c’è un punto di vista fatto di prassi e relazioni quotidiane”. Come quelle che sette anni fa portarono la D’Amelio, allora assessore regionale alle Politiche Sociali, a lavorare proprio con Esposito e Luisa Cavaliere. “Qualcosa di quel periodo è sopravvissuto, nonostante Caldoro, sotto forma di due tre leggi, non ancora finanziate, ma comunque approvate, come quella sulle fattorie sociali o quella che dà ai giovani la possibilità di utilizzare suolo demaniale per scopi agricoli a titolo gratuito”.
“Potevamo scegliere Napoli, ma siamo venuti qui perché volevamo partire dal territorio – ha concluso l’autore di “Acciuffare la luna” – La nostra proposta è nell’espressione comunità locali sostenibili, nel convincimento che non si cambia il mondo con il potere, semplicemente andando al governo, ma costruendo community governance e un community welfare, valorizzando dal basso, creando la rete del Mediterraneo”. Come novelli Ettore, siamo chiamati a “togliere l’elmo della crescita, delle guerre di conquista economiche e politiche per recuperare le relazioni e la reciprocità”.