L’ economia svedese va a gonfie vele ma l´altissimo numero di migranti accolti pesa sul welfare e lo mette in un certo modo a rischio, aprendo un problema sistemico. Perché in nome della solidarietà valore costitutivo del regno dagli anni Trenta i migranti e profughi non occupati sono registrati come parte della popolazione non attiva. È la prima volta dal 2013, dicono le statistiche dello Arbetsförmedlingen, l´Ufficio di collocamento svedese, che la disoccupazione presa in assoluto cioè migranti compresi aumenta in percentuale: in aprile è aumentata di 4000 unità a un totale di 364mila. “Vuol dire anche che il lavoro dell´ufficio di collocamento aumenta per la prima volta da allora”, afferma Annika Sundén, dirigente e analista alla sopra nominata authority per la ricerca di posti di lavoro. L´ondata migratoria cambia le cifre: tra chi è nato in Svezia (svedesi o figli o nipoti di vecchi migranti) il tasso di disoccupazione è di appena il 4 per cento. Tra i migranti, è del 22 per cento. Ed è difficilissimo e a volte impossibile integrare nel mercato del lavoro i nuovi arrivati da paesi sfortunati come Somalia o Afghanistan, che non parlano alcuna lingua straniera e a volte sono analfabeti, e non di rado si chiudono per scelta in ghetti come indirettamente ricordato dal tragico attentato islamista a Stoccolma del 7 aprile scorso. Non è tutto: con l´aumento delle entrate fiscali il governo rossoverde del premier socialdemocratico Stefan Loefvén (dove poi le vere voci che contano sono ancora due donne, le ministre degli Esteri e dell´Economia, Margot Wallström e Magdalena Andersson) – dopo anni di deficit al 2 per cento del prodotto interno lordo usato però per finanziare non vecchi debiti bensí istruzione superiore e ricerca scientifica – vanta ora un avanzo primario dello 0,6 per cento. Mentre il debito pubblico (che negli anni Settanta e Ottanta era a livelli pressoché italiani) cala al 38 per cento del pil. E se paragonata agli USA, “Comunque la nostra crescita media è doppia di quella Usa negli ultimi anni”, dice la ministra delle Finanze Magdalena Andersson a Bloomberg.