C’era una volta la tradizione del pic-nic, delle grandi grigliate “tutt’insieme”. Oggi la tradizione è cambiata, lo zainetto c’è sempre, viene usato semplicemente in modo diverso, si mette alle spalle e si cercano posti nuovi da visitare. Anche quest’anno saranno moltissimi gli italiani ma ancor di più gli stranieri ad approfittare dell’inusuale spring break per una vacanza Made in Italy: tra Pasqua, Pasquetta, 25 aprile e Primo Maggio. Croazia, Grecia (golfo di Salonicco), Sardegna del Nord, Costiera Amalfitana e isole Eolie sono le mete top per le vacanze di Pasqua per i turisti internazionali. Più della metà degli Italiani ha invece scelto il proprio paese come destinazione per le vacanze pasquali privilegiando isola d’Elba e Sicilia, Campania e Sardegna. Particolare è stata la risposta della Campania alle tante prenotazioni. Di fatti, se a Napoli c’era la tradizione “dello Struscio”, parliamo niente di meno della passeggiata nei giorni precedenti la Pasqua per le vie del centro. Oggi la tradizione si rinnova nel segno dell’arte. Con “MA_Ma Tour”, un vero regalo di Pasqua cittadini e turisti invitati a percorrere il km che separa il Museo Archeologico nazionale (MANN) dal Museo Madre di arte contemporanea. Le due istituzioni fanno rete in occasione della mostra “Canova e l’antico”. Percorso aperto a tutti fino al 22 aprile, compresa la Pasqua e lunedì in albis. Stessa decisione anche per la Reggia di Caserta, il monumento borbonico patrimonio dell’Unesco sarà visitabile da tremila visitatori la mattina e altrettanti nel pomeriggio. Il Giardino Inglese, l’orto botanico che sorge nei pressi della fontana di Diana e Atteone, sarà invece visitabile su prenotazione; una decisione che anche in questo caso, la direzione della Reggia affidata ad Antonio Lampis, ha preso per tutelare le inestimabili piante e il loro ecosistema. Ed infine dopo aver scoperto con stupore la magia dell’arte napoletana non può mancare l’immersione nella tradizione culinaria napoletana, molto antica e non basta certo la pizza per esaurirla.
A cura di Alessandra Martino