Qui Radio Londra…
Salve gente del mio spazio-mondo, è sempre così, lo stesso clima, le stesse reazioni: occhi lucidi, volti stanchi e tristi.
uomini e donne che fanno appello alle residue energie per cercare di nascondere la frustrazione che produce una
sconfitta. Nel caso delle primarie napoletane una sconfitta che segna la fine di una storia. A nulla è servito lo straordinario
sforzo di vecchi militanti e di giovani, ragazze e ragazzi, che fra le macerie di un partito che non c’è, hanno vissuto
giorni di sincera passione e impegno politico. Contro chi ha perso, lo sapremo in primavera. La stagione che
ufficialmente inizia il ventuno marzo, porterà la risposta a questa domanda. Il clima e il vento che soffiano nella città di
tanti misteri, in questa circostanza ha emesso un verdetto che non ammette dubbi: esce di scena, a mio avviso con tristezza,
una figura complessa e ingombrante della vita politica e istituzionale di Napoli. La bandiera incorniciata del glorioso
Partito Comunista Italiano, esposta con orgoglio strumentale sulla parete del comitato elettorale dello sconfitto, finisce
in soffitta con mestizia e un sentimento di nostalgia che non meritava. La storia della sinistra napoletana, dei comunisti di via
Medina e di via dei Fiorentini, appartiene a generazioni di donne e uomini che non si sarebbero riconosciuti nelle vicende
che hanno segnato questi giorni di “bassa cucina” del partito che non c’è. Bassolino ha perso contro se stesso, contro una
velleitaria e caparbia ostinazione a non voler comprendere e a prendere atto dei mutamenti in atto nel paese e nella realtà
politica, rappresentata dal PD. Chi ha vinto e che cosa significa la fine di quest’assurdo melodramma napoletano si vedrà.
Domani sarà l’otto marzo, una giornata che molte donne ricorderanno festeggiando e cercando di non scadere nell’inevitabile
retorica. Valeria Valente, sulle cui spalle grava il peso e la responsabilità di provare a rappresentare il ”nuovo”, avrà un motivo
particolare per ricordare la giornata della donna. Se i napoletani la pensano allo stesso modo, lo sapremo in primavera,
una stagione che in molti affermano essere sparita con le attuali mutazioni climatiche.