“È sapiente solo chi sa di non sapere”. Parola di Socrate. Il grande filosofo greco, padre fondatore
dell’etica, ci ha insegnato che l’ignoranza – intesa come consapevolezza della non conoscenza – è una leva
poderosa per sviluppare l’ardente desiderio di conoscere.
Dalla scomparsa di Socrate (399 a.C.) ad oggi, la propensione degli incompetenti a sopravvalutarsi è
diventata la regola.
La società della conoscenza – globalizzata e liquida, nonché alimentata dal megafono della Rete – si nutre
di presunti esperti che discettano su tutto con una smisurata sicumera.
Parlano di medicina, di sport, di economia, di astronomia – e chi più ne ha più ne metta – nella convinzione
che la propria argomentazione sia di gran lunga superiore a quella degli altri, competenti compreso.
Il dubbio non li sfiora neppure, forti delle loro incrollabili certezze.
E’ il tratto tragicomico dell’effetto Dunning-Kruger (dal nome dei due ricercatori che l’hanno descritto nel
1999), ossia di quel cortocircuito mentale che rende gli incompetenti inconsapevoli di esserlo.
A giudicare dalla quantità abnorme di panzane che ascoltiamo quotidianamente, viene il sospetto che
questa distorsione cognitiva stia facendo proseliti in misura preoccupante.”