La Circumvesuviana è la linea ferroviaria peggiore d’Italia. Lo rivela il rapporto Pendolaria, redatto da Legambiente. I numeri di cancellazioni e ritardi per la ferrovia che collega diversi comuni nel Napoletano ma anche in altre province sono impressionanti: sono state 1.634 le cancellazioni nei primi sei mesi del 2019 contro le 340 del 2018; i ritardi accumulati sono stati pari mediamente a 5 ore e 36 minuti, undici minuti in più del 2018. La Circumvesuviana è seguita dalla Roma Nord-Viterbo e dalla Roma-Ostia Lido.
A completare la classifica delle 10 linee peggiori, che nel complesso coinvolgono oltre 3 milioni di pendolari, troviamo tratti ferroviari che coinvolgono tutta la Penisola: la Milano-Chiasso, la Torino-Chivasso-Ivrea-Aosta, la Genova-Ovada-Acqui Terme, la Verona-Rovigo, la Terni-Sansepolcro, la Battipaglia-Potenza-Metaponto, la Agrigento-Palermo
Non solo: in Campania – secondo Legambiente – sono 350 i treni in servizio nella regione con convogli di età media pari a 19,7 anni; il 65,2% invece sono circolanti da più di 15 anni.
Inoltre, tra 2010 e il 2019 il costo per i pendolari è aumentato notevolmente (+48,4%) senza che a questo corrispondesse un cambio dell’offerta in termini di qualità e quantità (con un taglio dei servizi del 15%). “Quando si parla di incompiute in Italia – commenta Mariateresa Imparato, presidente Legambiente Campania – ci si concentra sempre sulle grandi opere, senza guardare a quelle più urgenti che sono proprio dove c’è larga parte della domanda di trasporto nel nostro Paese. Il rilancio della mobilità su ferro nelle città e la condizione che vivono i pendolari devono diventare una priorità dell’agenda politica nazionale. Oggi questo purtroppo non avviene. Al ministro dei Trasporti Paola De Micheli chiediamo di dedicare ai pendolari almeno la stessa attenzione che ha messo in questi mesi per il rilancio dei cantieri delle grandi opere. La situazione che si vive sulle linee peggiori d’Italia è inaccettabile, al ministro chiediamo di esercitare un vero potere di controllo, verifica ed intervento rispetto alle situazioni di più grave disagio, arrivando a commissariare le linee peggiori”. “Fino al 2003 la Circumvesuviana – si legge in un comunicato diffuso da Legambiente Campania – assicurava più di 500 corse al giorno; oggi i numeri sono quasi dimezzati, con 296 corse sulle varie linee. Questo perché fino al 2010 i treni in circolazione erano 94, poi si è assistito ad una lenta ed inesorabile parabola discendente. Allo stato attuale, salvo guasti, viaggiano 50 treni, ma ne occorrerebbero almeno 70 per garantire un servizio dignitoso ai pendolari, costretti ancora a viaggiare”.