E’ durato una ventina di minuti l’incontro tra Pd e M5s sulla legge elettorale, avvenuto nella sala Berlinguer negli uffici del gruppo dem. Alla fine dell’incontro la delegazione dei 5 Stelle, composta dal capogruppo alla Camera, Roberto Fico e dai parlamentari delle Commissioni Affari Costituzionali, il deputato Danilo Toninelli e il senatore Vito Crimi non ha voluto rilasciare dichiarazioni.Stessa linea adottata dal Pd. Intanto le chance che la riforma del sistema elettorale consegni all’Italia un modello in stile tedesco continuano a salire. Caduta l’ipotesi di “bilaterali” con i big dei partiti maggiori, questa mattina nella sede del Pd il segretario Matteo Renzi ha incontrato Riccardo Nencini, segretario del Psi e viceministro alle Infrastrutture. Questo pomeriggio, dalle 14 alle 16, il Pd vedrà a livello parlamentare, nell’ordine, i gruppi del M5S, di Mdp, i centristi. Il punto di arrivo è il “Tedescum”, un sistema misto (50% collegi uninominali e 50% circoscrizioni con il proporzionale) che però produce un effetto proporzionale e ha una soglia di sbarramento del 5%.Matteo Renzi ha sottolineato ed evidenziato come la scelta di sostenere un sistema proporzionale non sia mai stata la prima opzione ma anche come sia stato il Capo dello Sato a chiedere alle forze politiche di trovare un accordo sulla legge elettorale , anche se è evidente la prudenza e, guardando al dopo voto, spiega come nessuno scenario sia da escludere, larghe intese comprese. Il 5 giugno il testo dovrebbe approdare in aula alla Camera, con un’intesa che supera l’80% e lascia fuori di fatto solo la sinistra. I più ottimisti scommettono su un’approvazione a Montecitorio addirittura prima delle amministrative dell’11 giugno. In vista dell’accelerazione finale verso il voto anticipato. Che potrebbe essere il 24 settembre, come proposto dai Democratici, o addirittura il 10 come vorrebbe Beppe Grillo, due giorni dopo il decimo anniversario del V-Day e prima del 15 settembre, giorno in cui scattano le pensioni privilegiate di parlamentari.