L’Enac (Ente Nazionale per l’Aviazione Civile) ha ripristinato elle licenze di esercizio di trasporto aereo delle compagnie Alitalia Sai e Alitalia Cityliner in attesa della vendita che entrerà nel vivo a settembre. Ad annunciarlo è stata la stessa Agenzia sul proprio sito il quale di seguito riportiamo il comunicato “i commissari si sono impegnati a garantire la regolare prosecuzione dell’attività. Il Ministro dello Sviluppo Economico ha, in tal senso, autorizzato, con Decreto Ministeriale del 28 luglio 2017, la procedura di cessione dei complessi aziendali, preso atto dell’indirizzo di programma individuato dai Commissari. Continuerà a svolgere la propria attività di vigilanza istituzionale sulle società, in conformità alla normativa europea vigente”.
Intanto chi comprerà l’Alitalia dovrà rimbossare i 600 milioni di debiti del prestito-ponte dello Stato. Fonti vicine al dossier descrivono come irrealistica la possibilità di un ristoro anche per i fornitori, gli obbligazionisti e gli ex azionisti. Ieri sono stati due i soggetti che hanno avuto accesso ai conti di Alitalia: uno per il lotto totale, l’altro per l’handling (i servizi a terra). È prematuro capire quanti pretendenti si presenteranno alla gara. Gli interrogativi sono soprattutto sulla parte relativa ai servizi a terra. I commissari Enrico Laghi, Stefano Paleari e Luigi Gubitosi — in base alle manifestazioni di interesse pervenute nella prima fase — ritengono necessario valorizzare anche questo segmento. Sono quasi 5mila gli addetti di Alitalia che lavorano a terra, con una parte dominante a Roma Fiumicino. Proprio lo scalo capitolino, gestito da Aeroporti di Roma sta facendo registrare ricavi in crescita a doppia cifra. Roma sta calamitando turisti come non mai, anche per effetto dello spostamento delle strategie dei vettori low-cost. Come Ryanair, che ha avuto solo recentemente la facoltà di atterrare a Fiumicino. Un terzo dei servizi a terra di Fiumicino li garantisce Alitalia. In sostanza la compagnia scivolata in amministrazione straordinaria vende anche agli altri vettori i propri servizi di check-in e di trasporto bagagli. È chiaro che gli unici potenzialmente interessati sono gli handler come Swissport nato da una costola di Swissair finita in stato pre-fallimentare e scorporata a seguito dell’acquisizione da parte di Lufthansa. Sembra una partita secondaria, invece non lo è. Perché il costo sociale senza una valorizzazione dell’handling rischia di essere altissimo a pochi mesi dalle elezioni politiche. Senza un’offerta congrua, che comprenda anche una parte del personale, c’è il rischio di un prolungamento della gestione commissariale fino al 2018.
Per la parte di trasporto aereo (che comprende flotta, personale di volo, il 25% del programma ad alta fedeltà MilleMiglia) ci sarebbero diversi pretendenti. Ma anche qui sarà difficile evitare lo spezzatino. Lufthansa vuole il ricco mercato del nord Italia e con Alitalia proseguirebbe la sua crescita per linee esterne. Nella partita potrebbe coinvolgere anche l’ex socio Etihad, con cui ha firmato uno storico accordo di fornitura di catering e con la quale co-gestisce il vettore (in perdita) Air Berlin. Air France sta lanciando un aumento di capitale per prendersi il 31% di Virgin Atlantic imbarcando anche l’americana Delta e il socio cinese China Eastern con il 10% (senza malumori da parte del presidente Emmanuel Macron).