di Matteo Renzi
Sono ore decisive per gli Stati Uniti e quindi per il mondo. Tra qualche ora sapremo il nome del 45° presidente americano ed è ovvio che questa scelta influenzerà moltissimo il mondo dei prossimi quattro anni. Noi… speriamo che sia femmina, come recitava il titolo di un vecchio film. Ma mentre cala il sipario credo sia giusto riconoscere a Barack Obama i meriti per questi otto anni. Ovviamente saranno gli storici a definire le luci e le ombre della sua presidenza. Ma per me la storia sarà gentile con Obama perché l’ex senatore dell’Illinois ha saputo scrivere una pagina indelebile nella storia della politica.
Il primo presidente di colore, ad appena mezzo secolo di distanza dai fatti di Selma. L’uomo che ha investito sulla speranza contro il cinismo, che ha educato una generazione a provarci (Yes, we can), che ha prodotto con politiche di crescita un boom di crescita dell’occupazione, che ha investito molto su energia, innovazione e sanità.
Ci sono state polemiche sulla sua politica estera, lo sappiamo. Ma considero un grande successo l’operazione Cuba, giusta l’intuizione sull’Iran, strategica la necessità di una nuova politica commerciale globale. E condivido integralmente le parole di Obama sul ruolo e le potenzialità dell’Europa partendo dal cambio di passo su austerity e immigrazione.
Il punto è che Obama è stato un riferimento per chi crede nel sogno americano, per chi crede nel partito democratico, per chi crede nella politica. Per me è stato un grandissimo privilegio aver avuto la possibilità di lavorarci insieme e di confrontarsi in tante occasioni, dalle grandi questioni geopolitiche al rapporto tra fede e politica fino all’utilizzo dei social network. Il cittadino Obama sarà ancora utile alla politica mondiale, continuando a essere fonte di ispirazione e di confronto soprattutto per la nuova generazione. Ma il presidente Obama resterà nella storia e anche nel cuore di molti di noi.