Caro Presidente De Laurentiis…
Ho letto di questa conferenza stampa che ha sancito ufficialmente l’addio di Benitez.
Conferenza stampa non so quanto utile, un po’ sui generis, visto che manca ancora un turno e pure importantissimo alla fine del campionato.
Proprio ieri mi dicevo che forse sarebbe stato annunciato non l’addio ma, a sorpresa, il rinnovo di Benitez, perché credo che sia la prima volta di una Società che sbandiera in pubblico prima del tempo e in vista di un fondamentale impegno agonistico una decisione che riguarda il suo immediato ed il suo futuro. Mi sono sbagliato, il Napoli è una Società unica… O forse Benitez ha l’aereo prenotato per Madrid giusto un quarto d’ora dopo la fine del prossimo incontro con la Lazio? Che vale una partecipazione alla Champion e, quel che più le interessa, un bel po’ di milioni…
Sarei stato entusiasta se la parte del suo discorso circa i propositi della Società non fosse stata incredibilmente la stessa di due anni fa, quando ci presentò non solo Benitez, ma un progetto che finalmente indicava una strada fuori da ogni provincialismo e fuori da ogni “nostalgia” di epoche passate, progetto che sembrava potesse coinvolgere la stessa città ma soprattutto i ragazzi, il vivaio, in generale i giovani calciatori.
Lei ci fece assaporare l’idea di uno stadio nuovo e funzionale, di strutture mediche all’avanguardia, di spazi dove crescere le promesse casalinghe. Ci parlò di “cantera” e forse non a caso noi napoletani storpiammo quel nome, quasi preveggenti… Lei ci portò Benitez per “scassare” in Europa… Siamo tornati scassati dall’ultima, direi persino innocua sulla carta, trasferta continentale.
Niente di tutto questo è avvenuto. Forse, a torto, avevamo capito nelle sue parole di due anni fa che qualcosa di tasca sua avrebbe messo sul tavolo, perché, dovrebbe saperlo, un serio imprenditore rischia. Lei ha invece ricevuto e, forse, speso, anzi, a conti in tasca neanche tutto.
Aspettava, e lo ha detto oggi in questa strana e inutile conferenza stampa, che fosse la politica a correrle dietro, a darle una mano. Scavalcando pure le necessità quotidiane di una città travagliata? Di sicuro, questo tipo di presidenza avrei saputo farla persino io, pur non avendo di certo le sue capacità. Datemi una leva e vi solleverò il mondo… Grazie, ma allora per Archimede era la prima volta! Lei aveva già la sua industria per non essere scaltro…
Ci parlò da “tifoso”, oggi dice, quando nominò la parola magica “scudetto” in quel famoso ritiro estivo. Già, ma lei non era un tifoso, ma un uomo d’affari navigato e un uomo d’affari sa centellinare parole ed azioni. Lei non lo fece. Fidava forse sull’attaccamento a questa terra e a questi colori che forse solo a Napoli? O sulla nostra ingenuità, le fantasie da tifoso (vero)?
In questa conferenza stampa ha tentato di farci passare per ingrati. Ci ha detto di ricordare dove eravamo due anni fa. Io lo ricordo dove eravamo due anni fa: nella stessa situazione, quella né capo né coda, sicuramente tra le posizioni di vertice, ma distanti già 20 punti dalla vetta del campionato dopo appena un girone, con la rassegnazione del solito onesto e altalenante campionato fin dal mese di novembre. E nessuna finale in Europa, opportunità che sarà difficile si ripresenti dopo aver avuto la fortuna di incontrare squadre malleabili e non certo grandi. Ho tralasciato apposta la mancata qualificazione ai gironi della Champion dopo il disastro di Bilbao, mi sembrerebbe di infierire…
Lei si vanta di due coppette che in Europa non sanno neanche dell’esistenza, non lasciano il segno, anche se abbiamo per una sofferta (Ciro Esposito…) e per l’altra gioito perché contro gli acerrimi nemici della Juve…
Lei si vanta di tenere i bilanci in ordine, di rispettare il fair play di Platini (salvo poi scaricargli addosso di tutto e di più per cercare un capro espiatorio…), cosa questa che si contano sulla punta delle dita le squadre di questo spessore “morale”. Visto che lei, in effetti, non spende un centesimo che non sia già entrato, ci sorge il dubbio che pure questo sia solo un alibi…
Lei ci accusa di ingratitudine, noi tifosi, perché ci ha “tirato su dall’abisso” (come se poi fosse stata colpa nostra…) quando è sceso in campo.
Signor Presidente, si ricordi, che senza un pubblico, allo stadio come sul divano pagando le paytv che “LE” sborsano fior fior di soldi NOSTRI, avrebbe fatto pochissimi passi nel mondo del pallone visto che non ha mai investito nulla e che le abbiamo dato NOI TIFOSI la possibilità di portare avanti il SUO progetto di acquisizione del Napoli Calcio. Nessuno glielo comandò, fu una scelta imprenditoriale la sua e già le ho spiegato che con un po’ di quattrini iniziali sarei stato capace anch’io…
Le sue parole di oggi sono il ritornello di due anni fa, con l’aggravante di aver bruciato letteralmente un allenatore che, guarda caso, non andrà al Canicattì (con tutto il rispetto) ma al Real, dopo averlo illuso di venire a Napoli come nel Paradiso di casa De Laurentiis.
Era assolutamente ovvio che Rafa Benitez, in questa stupida conferenza stampa, si accomiatasse additando altri motivi, di carattere familiare, quando poi i VERI motivi li aveva già dichiarati al mondo intero e che la mettono sul banco degli imputati: lei, caro Presidente, non ha mantenuto una sola promessa con Benitez, a prescindere che questo allenatore ci ha poi messo del suo con alcune scelte e prese di posizioni non proprio coerenti rispetto al calcio italiano, ma questa è un’altra colpa, un altro mistero di questa annata che sarà comunque disastrosa.
Potremmo ancora arrivare alla Champion? E questo cosa cambierebbe nel giudizio del tifoso? Noi speriamo di entrarci, faremo il massimo del tifo per aiutare la squadra, ma nella piena consapevolezza che NON LA MERITIAMO e che solo una serie di circostanze ci ha permesso di affidarci alla Dea Spes per domenica pomeriggio.
No Presidente, inopportuna per un momento critico e irritante verso i tifosi (che ancora una volta lei vorrebbe creduloni) questa conferenza stampa.
Con le prove che in questi anni ci ha fornito, tutti i “grazie” per averci tirato fuori dall’abisso si sono da tempo esauriti. Perché alla fine ha sempre ragione Totò quando parlava di Napoli: ccà nisciuno è fesso, si informi.