Si è tenuto a Napoli il convegno dal titolo: LIBERARE LA SPERANZA, alle presenza del Cardinale Crescenzio Sepe, arcivescovo di Napoli. Hanno preso parte all’evento, Virgilio Balducchi, ispettore nazionale dei cappellani, Adriana Tocco garante dei detenuti, Liberato Guerriero direttore del carcere di Secondigliano, Carmineantonio Esposito, presidente tribunale di sorveglianza di Napoli, Mario Cappella, della cooperativa “Officina dei Talenti” e don Franco Esposito, direttore diocesano Pastorale Carceraria. Il convegno è stato moderato da Samuele Ciambriello, presidente dell’associazione La Mansarda e direttore di Linkabile.it.
Un uomo recuperato non è più pericoloso, mentre la giustizia vendicativa produce persone che scelgono di nuovo la via delinquenziale. La società può e deve coinvolgersi nel recupero dell’uomo che sbaglia. La casa di accoglienza vuole essere un’alternativa concreta all’attuale sistema carcerario, costoso e inumano, inefficiente e degradante. Ci ritroviamo di fronte ad una emergenza educativa spaventosa, profonda e insostenibile, tale emergenza educativa trova le sue radici proprio nella nostra società, a tutti i livelli, ed i delinquenti finiti in carcere ne rappresentano spesso il frutto maturo.
Pertanto nel momento dell’uscita dal carcere, tali persone vanno accolte obbligatoriamente, presso strutture adeguate, per non incorrere nel rischio di una recidiva certa, come le statistiche ci dicono. Bisogna superare la vendetta, aiutando le persone alla radice del problema costruendo percorsi e strutture educative, dove la persona è aiutata a cambiare. La risposta alla delinquenza non può più essere solo carcere , i dati sono chiari, ogni giorno escono dalle carceri circa 1000 persone, delle quali sappiamo già che 800 nei mesi successivi torneranno a farsi e a fare del male, eppure si spendono molti soldi per mantenere tali strutture mentre non si spende un euro per sostenere realtà di accoglienza che realmente servirebbero alla rieducazione e al reinserimento della persona detenuta, infatti di carcere si parla tanto, ma i fondi per una retta giornaliera, per le comunità che accolgono detenuti non tossicodipendenti sono ancora un miraggio. Eppure la recidiva passerebbe dall’ 80% al 15% con costi che scenderebbero dagli attuali 200 € giornalieri a meno di 40 €.