E’ di almeno 32 morti e 50 feriti il bilancio parziale dell’offensiva lanciata dall’esercito del generale Khalifa Haftar su Tripoli. Lo ha reso noto il ministro della Sanità del governo di accordo nazionale, Ahmed Omar, in una dichiarazione alla tv libica ‘Libya Al-Ahrar’ sottolineando come la maggior parte delle vittime siano civili, anche se non ne ha precisato il numero. Sono 14, invece, le vittime annunciate finora dall’esercito di Haftar.
Sono “circa 2.000” gli sfollati per gli scontri armati in corso nei pressi di Tripoli, nella Libia occidentale, “dove la situazione resta fluida e imprevedibile”: lo scrive l’Ufficio delle Nazioni Unite per gli affari umanitari (Ocha) in un “aggiornamento flash” sulla situazione. “In alcune aree colpite dai combattimenti la popolazione civile non é in grado di fuggire e i servizi di soccorso non possono raggiungerla”, conferma il testo.
L’aviazione del governo di Tripoli ha condotto ieri un raid contro la base aerea di Al-Wattiyah, a sud-est di Tripoli verso il confine tunisino, controllata dell’Esercito nazionale libico (Lna) del generale Khalifa Haftar. Lo ha reso noto sulla sua pagina Twitter il Libya Observer, secondo il quale la base di Al-Wattiyah è servita come punto di partenza per raid contro l’area di Naqliya camp sulla strada per l’aeroporto internazionale (chiuso nel 2014), nonostante le promesse di lasciare questa base fuori dei combattimenti.
Il vice presidente del Consiglio presidenziale del governo di accordo nazionale, Ali Al-Qatrani, ha annunciato le sue dimissioni e ha espresso il suo sostegno all’operazione dell’Esercito nazionale libico (Lna) a Tripoli. Lo rende noto il Asharq Al-Awsat riportando dichiarazioni dello stesso Qatrani. Qatrani ha detto che Fayez al-Sarraj è “controllato” dalle milizie e tale azione “condurrà la Libia solo verso ulteriori sofferenze e divisioni”.