Il vice presidente del Consiglio presidenziale libico, Fathi Al-Mejbari, prende le misure dall’autorizzazione data da al Sarraj alla missione navale italiana, che rappresenta “un’infrazione esplicita dell’accordo politico e alla sovranità della Libia, e non esprime la volontà del Consiglio presidenziale del governo di intesa“. Lo riferisce il sito della Tv LibyaChannel.
Il vice presidente del Consiglio presidenziale libico Fathi Al-Mejbari chiede all’Italia “di cessare immediatamente la violazione della sovranità libica” e fa appello alla comunità internazionale e al Consiglio di Sicurezza Onu perchè prendano una posizione sulla missione navale italiana. Al-Mejbari ha anche chiesto alla Lega Araba e all’Unione Africana di condannare tale violazione, sostenendo e appoggiando la Libia.
Fathi Mejbari, vice presidente del consiglio presidenziale libico, si esprime così a riguardo: “rientrano nella dinamica di un dibattito interno libicoe non inficiano in alcun modo il rapporto di cooperazione tra i due Paesi“. Questo rapporto di cooperazione fra l’Italia e la Libia è “mirato a potenziare la lotta contro i trafficanti di esseri umani e a rafforzare la sovranità libica, il tutto all’interno di una cornice giuridica certa“.
Mentre, l’ambasciatore italiano a Tripoli, Giuseppe Perrone si esprime così: “non fermano la missione italiana, già concordata con le legittime autorità libiche che fanno capo al Consiglio presidenziale sulla base di una sua richiesta. Noi siamo interessati a operare d’intesa con tutti i libici se è possibile, e ovviamente con il generale Haftar. Quindi cercheremo il contatto anche con lui e faremo in modo di spiegare gli obiettivi di una missione che non è militare, ma di assistenza alle autorità libiche affinché possano esercitare la loro sovranità in tutto il territorio del Paese. Lo stiamo spiegando a tutte le autorità. È una missione che serve a rafforzare la sovranità libica, non a indebolirla“. aggiungendo che “La nostra è una strategia complessiva. Con la Guardia costiera libica, una parte. Lavoriamo al Sud anche con la Guardia di frontiera e con i Paesi vicini. L’obiettivo è che il traffico di esseri umani non entri proprio in Libia. Agiamo con sindaci del Sud e della costa perché ci siano alternative all’economia di questo traffico. Importante è anche migliorare le condizioni dei campi di accoglienza in Libia“. Sul rapporto con la Francia, il diplomatico dice: “Noi lavoriamo per raggiungere obiettivi condivisi: stabilità e riconciliazione nazionale”
Procede “regolarmente” la missione di ricognizione della nave italiana Comandante Borsini in Libiacon lo scopo di preparare il campo, “su richiesta e d’intesa con la controparte”, alla vicina missione di supporto alla Marina e alla Guardia Costiera libiche.