Chi nel 2011 decise in Italia – in appoggio a Francia e Inghilterra prima e alla missione delle Nazioni Unite poi – per la defenestrazione e infine per la morte del leader libico Gheddafi? Napolitano – sulle colonne de la Repubblica – non nega “la riluttanza del Presidente Berlusconi a partecipare all’intervento Onu in Libia” ma precisa che “non poteva che decidere il governo Berlusconi in armonia con il Parlamento, che approvò con schiacciante maggioranza due risoluzioni gemelle alla Camera e al Senato, con l’adesione anche dell’allora opposizione di centrosinistra. La legittimazione di quella scelta da parte italiana fu dunque massima al livello internazionale e nazionale”. Una ricostruzione che in queste ore sta destando (e desterà) parecchie polemiche all’interno del Palazzo. Ad aprire le danze il leader della Lega, Matteo Salvini, su Twitter: “Napolitano non dovrebbe essere intervistato, pagato e scortato, dovrebbe essere processato”.
L’ex presidente della Repubblica ricorda che “quella fu una vicenda con una forte dimensione internazionale, non un affare tra Italia e Francia. Sì al dialogo tra Roma e Parigi, a partire da Fincantieri”