Sono “oltre 100 i morti” tra le forze del maresciallo Khalifa Haftar dall’inizio dell’offensiva su Tripoli, il 4 aprile scorso. Lo riferisce al Ahrar, tv libica basata a Bengasi, citando fonti mediche dell’ospedale Al Galaa di Bengasi. Le fonti precisano di non poter fornire l’elenco dei nominativi delle vittime.
Intanto le forze governative libiche hanno abbattuto un caccia delle forze di Khalifa Haftar nell’area di Wadi Rabie, a sudest di Tripoli. Lo annuncia il generale Mohammed al Manfur, comandante dell’Aeronautica di Tripoli. I militari hanno precisato che il caccia è stato colpito nell’area di Qaser bin Ghashir, la zona sotto controllo dei soldati di Haftar nei pressi dell’aeroporto internazionale. Il velivolo è stato colpito da un razzo terra-aria Sam. Secondo alcune fonti qualificate, il pilota si è lanciato col paracadute.
E il presidente dell’Associazione medici stranieri in Italia (Amsi), Foad Aodi, traccia un bilancio drammatico del numero delle vittime: a causa degli scontri in atto, i morti sarebbero 130, tra cui si registrano 35 bambini. I feriti sarebbero almeno 750 di cui 200 molto gravi. E’ il bilancio aggiornato ad oggi fornito dal presidente dell’Associazione medici stranieri in Italia (Amsi) Foad Aodi, anche consigliere dell’Ordine dei medici di Roma, che è in contatto con medici libici in vari ospedali. I medici dalla Libia, afferma Aodi all’ANSA, “denunciano anche violenze sulle donne da parte dei militari: si ha notizia di 30 donne stuprate, sei delle quali hanno perso la vita”. Gli ospedali libici, inoltre, continuano a denunciare mancanza di strumentazione e scorte di sangue: “I medici libici dai vari nosocomi affermano – rende noto Aodi – che potranno prestare assistenza per non più di due settimane con il materiale ed i medicinali ad oggi ancora disponibili”.