Tripoli, da qualche giorno si sono messi a lavoro la Russia e la Lega Araba, chiedendo alle parti in conflitto di cessare immediatamente le ostilità.
Il ministro degli Esteri russo, Sergej Lavrov, nel corso di una conferenza stampa, secondo quanto riferito dall’agenzia di stampa russa Sputnik, ha dichiarato dopo i colloqui con i suoi omologhi di India e Cina: «Ho discusso con molti colleghi e sono d’accordo sul fatto che non c’è soluzione militare a questo conflitto. Questo, è il pilastro chiave di tutte le risoluzioni adottate dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite e di tutte le dichiarazioni adottate in occasione di molteplici eventi, tra cui la conferenza di Berlino, tenutasi a gennaio. Quindi, non vedo altra opzione, a parte un cessato il fuoco immediato e la risoluzione di tutti gli altri problemi attraverso negoziati, basati sui risultati raggiunti alla conferenza di Berlino».
Anche i ministri degli Esteri della Lega araba, sono sulla stessa linea, i quali chiedono un cessate il fuoco immediato in Libia, ed il riavvio rapido dei negoziati. L’organizzazione araba, riunita in una videoconferenza straordinaria su richiesta dall’Egitto per esaminare gli ultimi sviluppi della crisi, ha posto l’accento sulla prosecuzione «dei colloqui nell’ambito del comitato militare 5+5 sotto l’egida dell’Onu», chiedendo al tempo stesso «l’attuazione dei percorsi politici ed economici del processo di Berlino, aprendo la strada a elezioni che possano consentire a tutti i libici di eleggere liberamente i loro rappresentanti» .
Il segretario generale della Lega araba, Ahmed Aboul-Gheit, durante la riunione d’emergenza dei ministri degli Esteri dell’organizzazione dedicata alla Libia ha ribadito: «L’opzione militare non porterà pace nè stabilità in terra libica», alla quale non ha partecipato il Governo di accordo nazionale (GNA) di Tripoli.
Il ministro degli Esteri del Gna, Mohammed Siala, aveva annunciato che la riunione «accentuerebbe la spaccatura tra i governi arabi sulla crisi libica». Aboul-Gheit, ritornando in argomento, ha sottolineato: «L’unica via è la soluzione politica», evidenziando che Lega Araba ha cercato di porre fine ai combattimenti sin dall’aprile del 2019, quando il generale Khalifa Haftar ha lanciato la sua offensiva puntando alla conquista di Tripoli. Aboul-Gheit, dopo aver ricordato «l’attaccamento della propria istituzione alla sovranità, indipendenza, integrità e unità territoriale della Libia», chiedendo con fermezza «la cessazione dei combattimenti», in particolare a Sirte, per aiutare le parti libiche tornare al tavolo dei negoziati». Ha inoltre palesato che è fondamentale: «l’espulsione di tutte le milizie e combattenti stranieri che agiscono fuori dal controllo dello Stato, manifestando anche preoccupazione per l’internazionalizzazione del conflitto libico e per le continue violazioni dell’embargo sulle armi».
A cura di Raffaele Fattopace