Lidia Ronghi, presidente della Cooperativa “Il quadrifoglio”, è intervenuta nel corso della trasmissione Dentro i Fatti, condotta da Samuele Ciambriello ed in onda su radio club 91 ogni lunedì dalle 13 alle 14. La Ronghi, ha parlato di microcriminalità, di disagio giovanile e di tutta una serie di iniziative che la cooperativa di cui è il presidente, mette in atto ogni giorno. “L’esempio del nostro operato, può essere testimoniato dal lavoro quotidiano che svolgiamo nel bene confiscato alla camorra e che gestiamo a Miano. All’inizio, il nostro lavoro, non era ben visto dagli abitanti del quartiere. Oggi, posso affermare senza paura di essere smentita, che siamo diventati un punto di riferimento per l’intero quartiere e per i genitori in particolari. Ci chiedono un sostegno, ci chiedono consigli, ci chiedono di essere guidati nelle loro scelte. Ritengo che vadano innanzitutto educate le famiglie e poi i ragazzi. E’ un processo che va insieme. Credo che ci siano le risorse e le possibilità. Non è assolutamente vero, infatti, che le persone abbiano deposto le armi. Tutto ciò è testimoniato dal fatto che i genitori portano i propri figli presso la nostra struttura, affinchè imparino a leggere ed a scrivere. La cultura è importante nel processo di costruzione del futuro delle nuove generazioni. Abbiamo però bisogno del sostegno delle istituzioni, altrimenti restiamo un fortino isolate che combatte da solo contro le sirene della camorra, che cerca ogni giorno di reclutare nuove leve. Però noi ci siamo e resistiamo. L’importante è esserci”. Ma cosa chiede, la cooperativa, per essere accompagnata nel proprio lavoro? Su questo, la Ronghi è stata categorica. “Innanzitutto chiediamo il riconoscimento delle professionalità che da anni operano in questo settore. Al contempo, chiediamo un tavolo di concertazione sulle azioni, perchè spesso e volentieri vengono prese delle decisioni che non si confanno al territorio. Per questo, bisogna fare una attenta analisi dei bisogni dei territori. Bisogna ascoltare il territorio, Ritengo che sia importante partire dalla educazione e dalla formazione per i ragazzi che decidono di non continuare la scuola, per affrontare un discorso serio di formazione professionale, investendo magari su stage e tironici formativi. Noi come cooperativa cerchiamo di portare avanti tutta questa serie di progetti, seppur tra mille difficoltà”.