Nello scenario mondiale dei principali produttori manifatturieri, l’Italia si conferma al settimo posto nel 2016, nella classifica del Centro studi di Confindustria, mentre arriva seconda potenza industriale europea dietro alla Germania, al quinto posto. In primo posto rimangono Cina e Stati Uniti. Il Csc dichiara che “il recupero dell’industria italiana sta avvenendo nonostante una crescita ancora troppo debole dei prestiti alle imprese e il costo del lavoro (Clup) che dal 2007 al 2016 è aumentato di un corposo 15,2%“. Il Pil italiano è in risalita ma i livelli pre-crisi sono “ancora molto lontani e con la crescita al passo attuale il recupero dei livelli persi durante la crisi si concluderebbe nel 2021“. L’occupazione nel manifatturiero italiano è complessivamente “calata di quasi 800 mila unità (-17,1%)” dall’autunno 2017 all’inverno 2015 anche se dalla primavera del 2015 “si osserva un cambiamento di rotta: il monte ore lavorate è aumentato del 5,2% (fino a metà 2017), in particolar modo per l’allungamento della giornata lavorativa.