“La storia non si può riscrivere“. Parole chiare e inequivocabili quelle proferite da Angel Gurrìa , politico messicano e segretario generale dell’OCSE (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) , che da sempre si occupa di proporre confronti tra i paesi membri riguardo le loro esperienze politiche, per la risoluzione dei problemi comuni, l’identificazione di pratiche commerciali e il coordinamento delle politiche locali e internazionali dei paesi membri. L’intervista di Gurrìa è stata rilasciata all’Ansa ed è stato un momento importante per fare il punto sull’Italia a poche settimane dal voto e dieci anni dopo la grande crisi con i suoi strascichi bancari ma anche con la ripresa finalmente ben assestata. “Il jobs act, approvato con la fiducia, fu una scommessa azzeccata che ha creato quasi un milione di posti di lavoro e che nessuno, da Berlusconi in poi, aveva avuto i voti per approvare” , spiega Gurrìa. “L’Italia è sempre stata una democrazia vibrante, tradizionalmente il voto è stata una questione di personalità, ma ora c’è una scelta netta fra chi propone di andare avanti sulle riforme e chi dice no a tutto senza fare vere proposte“. Gli auspici del segretario generale sono comunque più che positivi in prossimità del voto , a testimonianza di una grandissima fiducia riposta nell’Italia e nelle sue possibilità di risalita : “Le opzioni sono abbastanza chiare e sarà un voto dalle conseguenze importanti. Vi auguro il meglio, gli italiani hanno saggezza e sono sicuro che faranno la scelta migliore“.
Affrontato da Gurrìa anche un tema delicatissimo come quello delle criptovalute Bitcoin , che in questi giorni tanto sta facendo discutere , ed è forte il suo invito a ridimensionare un fenomeno che in realtà ha un impatto piuttosto limitato sull’economia : “Siamo ancora agli inizi sulle criptovalute, non diamogli tutta questa importanza. Che siano speculative o no, usate bene o no, per fare transazioni occulte o meno, è certo un problema e dobbiamo assicuraci che valute come bitcoin siano usate per scopi legittimi“. In particolare a essere sotto accusa in questi giorni erano stati i frequenti attacchi hacker , i server irraggiungibili e soprattutto i tantissimi soldi in passato svaniti dal nulla , ben 850 mila coin , equivalenti a una cifra tra i 390 e 450 milioni di dollari. Il politico messicano ha però rassicurato tutti : “Forse c’è troppa attenzione al fenomeno Bitcoin, assicuriamoci semplicemente che le autorità abbiano sufficiente controllo per proteggere il pubblico“.
Alessandro Gerardo De Rosa