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LOOT BOXES, LE NUOVE ‘TRAPPOLE’ DEI VIDEOGIOCHI

I Loot boxes  in molti paesi sono stati addirittura vietati. I giovani appassionati di giochi on line sanno di cosa si tratta  e non sempre si rendono conto delle potenzialità negative di questi forzieri.Simone Feder, psicologo, giudice onorario presso il Tribunale per i Minorenni di Milano, coordinatore dell’Area Giovani e dipendenze nella comunità Casa del Giovane di Pavia, leader del movimento No Slot, afferma che: “Sono dei pacchetti presenti all’interno di videogames (per esempio FIFA 18, Overwatch, Counter-Strike: Global Offensive, Star Wars Battlefront II) che si possono acquistare tramite l’utilizzo di soldi (veri o virtuali) e permettono di migliorare l’esperienza di gioco sia a livello di potenzialità che a livello estetico del proprio avatar (skin). L’utente si trova a poter scegliere (nessun obbligo sia chiaro) di comprarli sperando di trovare al loro interno quella particolare arma, potenzialità, caratteristica che cercano, senza avere la garanzia che questo succeda. Ad oggi sono state vietate in alcuni paesi perché riconosciute assimilabili al gioco d’azzardo per via delle loro caratteristiche”. Inoltre, la mentalità che creano nei più giovani, caratterizzata dall’affidarsi alla fortuna e utilizzare denaro, invece delle proprie abilità, per poter avanzare nel gioco senza far fatica.Molti ragazzini nelle scuole, in particolare scuole medie, infatti, dicono di aver speso soldi per acquistare questi pacchetti. Non che siano il male assoluto ma certo i genitori devono sapere di cosa si tratta.

 

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