Officina delle idee

L’OPINIONE DI MICHELE DEL GAUDIO :LIBERTA’ DI PENSIERO E FASCISMO. BRICIOLE DI COSTITUZIONE

Nelle ultime settimane giornali e tv sono zeppi di dibattiti su fascismo, antifascismo, apologia, cioè elogio, del fascismo. Cerchiamo di capirci di più.

La Costituzione all’art. 21 prevede: “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Destano quindi perplessità i reati di opinione, che puniscono idee, teorie, principi, in contrasto con l’art. 21, che consente a chiunque di dire ciò che vuole anche contro le istituzioni, purché non ingiuri o diffami uno o più individui.

Il Codice penale con la legge 85/2006 ne ha eliminato alcuni, ma ne ha conservati altri, come l’istigazione a delinquere (art. 414) e a disobbedire alle leggi (art. 415). La stessa Costituzione nella XII Disposizione Finale vieta “la riorganizzazione… del disciolto partito fascista”. E la legge 645/1952 punisce la sua ricostituzione, l’apologia, la formazione di associazioni simili.

Il fascismo secondo il Vocabolario Trecani è il movimento “politico italiano che trasse origine… dai Fasci di combattimento fondati nel 1919 da Benito Mussolini e che, costituitosi in partito nel 1921, conquistò il potere nel 1922… trasformandosi… dal 1925 in un regime dittatoriale… fino al 25 luglio 1943”.

Quindi attualmente vanno sciolte tutte le associazioni che richiamano idee e condotte fasciste, oppure le esaltano. Gridare “Onore a Mussolini”, come è accaduto di recente a Milano, è reato.

Io però coglierei la palla al balzo per dimostrare che l’Italia è profondamente democratica e abrogherei tutte le norme che condannano le sole idee, mentre confermerei i reati lesivi di persone e cose. La mia condanna del fascismo è netta! E mi auguro che l’Italia non soffra più di questo morbo cruento. Ma l’articolo 21 è smisurato è va applicato senza confini. Il fascismo va combattuto con idee e comportamenti democratici, non nuocendo a chi si affilia al fascismo senza praticarlo.

Uno Stato democraticamente forte, come il nostro oggi, non può temere nessun reato di opinione. È chiaro che uno stato democraticamente forte è cosa diversa da uno stato forte, con un governo forte. Dove più forte è la democrazia, meno forte è il governo, oggetto delle critiche della stessa maggioranza, dell’opposizione, della stampa, dei cittadini. La normativa repressiva dei reati di opinione è propria di uno stato forte strutturalmente, come quello fascista, ma debole a livello di consenso popolare, tanto da patire e perseguire le concezioni che neghino la sua dottrina. Uno Stato veramente democratico deve favorire il dissenso come elemento essenziale di crescita del sistema, lasciando libere le coscienze di esprimere idee, valutazioni, anche antidemocratiche, purché non si passi dalle parole ai fatti.

Sicuramente mi attirerò delle critiche, ma sono convinto che non si può censurare il pensiero. Questo lo faceva il fascismo, noi siamo antifascisti!

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