“Non se lo merita, l’hanno chiamata lì perché è nera. É arrivata l’extracomunitaria. Forse l’hanno chiamata per lavare le scale e annaffiare i fiori”, questi alcuni degli ingiusti e intollerabili commenti che Lorena Cesarini ha dovuto sentirsi rivolgere dopo l’annuncio della sua partecipazione al Festival di Sanremo 2022.
L’attrice di Suburra ha iniziato la sua serata al Festival spiegando che cosa significhi davvero il razzismo e come può sentirsi una persona che ne è vittima.
“A 34 anni scopro che non è vero che sono una ragazza italiana come tante. Io resto nera. Fino ad oggi nessuno aveva sentito l’urgenza di dirmelo. Per alcuni il colore della mia pelle è un problema, hanno voluto farlo sapere a tutti”, ha dichiarato la Cesarini con la voce rotta dall’emozione.
Per spiegare il comportamento di questi “leoni da tastiera”, Lorena Cesarini ha letto alcuni toccanti e significativi passi di Il razzismo spiegato a mia figlia, libro scritto dall’autore franco-marocchino Tahar Ben Jelloun, pubblicato nel 1998 e tradotto in oltre 25 lingue.
In questo libro, lo scrittore ha un dialogo con la figlia di dieci anni e tenta di rispondere alle sue domande, come “Che cos’è il razzismo?”.
L’autore risponde: “Tra le cose che ci sono al mondo il razzismo è la cosa meglio distribuita. É un comportamento comune a tutte le società, tanto da diventare ahimè banale. Consiste nel manifestare diffidenza verso persone che hanno caratteriste fisiche e culturali diverse dalle nostre. Un bambino ripete quello che dicono i suoi parenti, tutto dipende dell’educazione, sia a scuola che a casa. Il razzismo non ha alcuna base scientifica. Esiste un solo genere umano, che ha sangue della stessa tinta, indipendentemente dal colore della pelle, perché un uomo è uguale a un uomo“.
La figlia gli chiede se i razzisti possono guarire e lui: “La guarigione dipende da loro, se sono capaci di mettere in discussione se stessi o no”.
Lorena Cesarini: “Contro il razzismo bisogna chiedersi il perché”
Il discorso dell’attrice continua, anche se interrotto spesso da qualche singhiozzo:
“La cosa più importante per me è chiedersi dei perché, per andare verso la libertà. La libertà dalle frasi fatte, dalle tifoserie, dai giudizi sul tram. Ogni passo, ogni domanda che Marie-Ann pone al papà, con ogni domanda costruisce la sua qualità di essere umano. Io come lei mi auguro di non perdere mai questa curiosità. È quello che mi rende libera, quello che mi renderebbe più matura di molti altri adulti”.
Sul palco la giovane attrice ha dichiarato di non voler, con il suo discorso, dare lezioni di vita a chi è in ascolto e soprattutto a chi l’ha offesa. Ma è ciò che, nella sostanza, ha fatto. Una “lezione” che deve stimolare la riflessione su un tema così importante e, soprattutto, eliminare definitivamente quel muro di intolleranza e contraddizione che è purtroppo radicato in buona parte della popolazione italiana e mondiale.
“Perché, quando uno riesce a uscire dalle sue contraddizioni, va verso la libertà”.