Non smette di riservare sorprese l’Uomo Vitruviano di Leonardo da Vinci, quella figura umana nuda inscritta nel contempo in un cerchio e in un quadrato, considerata tra le massime espressioni umanistiche dell’uomo “modello del mondo”, come rileva il sottotitolo della mostra alle Gallerie dell’Accademia, a Venezia, dedicata ai disegni del genio toscano, con inserti di Durer e allievi del maestro, a 500 anni dalla morte, e simbolo per l’euro a dimostrazione di una visione del denaro al servizio dell’uomo, come ebbe a dire l’allora governatore di Bankitalia, Carlo Azeglio Ciampi. C’è la possibilità, infatti, che Leonardo possa aver usato, fidandosi di una errata trascrizione di un testo vitruviano, un dato diverso rispetto a quello originale nel calcolo delle proporzioni. In sostanza utilizzando una misura del “piede” pari ai nostri 26 centimetri, da moltiplicare per 7 per arrivare all’altezza dell’uomo perfetto.
In catalogo, edito Silvana Editoriale, c’è un dettagliato studio sull’argomento di Francesco P. Di Teodoro. Quello che è certo è che “riprendendo l’immagine simbolica dell’uomo come specchio dell’universo” – come rileva Annalisa Perissa Torrini, co-curatrice con Valeria Poletto della mostra aperta fino al 14 luglio – Leonardo ha lasciato un capolavoro, giunto a Venezia nel 1822 proveniente dalla collezione Giuseppe Bossi. Assieme a quel foglio, di appena 32,5×24,6 cm., alle Gallerie dell’Accademia giunsero altri 24 disegni opere del Da Vinci. Dopo un’attesa di cinque anni dall’ultima esposizione, i 25 fogli tornano ed essere presentati al pubblico, nel quadro delle celebrazioni per i 500 anni, segnando un filo comune che unisce Venezia alle mostre di Torino, Milano o Roma.