“Stesso discorso per la Regione Campania di Vincenzo de Luca in ragione delle sue responsabilità storiche rispetto al ruolo di primo cittadino che ha rivestito per moltissimi anni. La mancata costituzione della dell’ente regionale come parte civile in questa vicenda non solo mi fa pensar male facendo peccato, ma mortifica il ruolo delle istituzioni pubbliche come garanti dei cittadini.”. Come forza di governo e come Movimento 5 Stelle siamo fieri della decisione senza precedenti del nostro ministro dell’ambiente di costituirsi anch’egli parte civile in questa decennale vertenza ambientale, anche grazie al lavoro del nostro deputato salernitano Nicola Provenza, dando un segnale preciso sul capovolgimento delle priorità che abbiamo assunto tra interessi economici e tutela dei cittadini e dell’ambiente. “Da ultimo tengo a precisare che queste considerazioni nulla hanno a che vedere con il destino delle manovalanze coinvolte e con il loro sacrosanto diritto al lavoro che andrà sempre tutelato in ogni sede indipendentemente dal destino del sito in questione” – conclude-.
M5S, Bilotti: fonderie pisano, prima di de-localizzare accertiamo ogni responsabilità
“Non è possibile speculare su eventuali ipotesi di delocalizzazione delle Fonderie Pisano di Salerno alla luce delle gravissime imputazioni a carico della proprietà. Seguo la vicenda da anni e resto fiduciosa nell’operato della magistratura ora che ci avviciniamo ad una prima verità giudiziaria. La mia posizione è stata sempre chiara e netta avendo spesso raccolto in prima persona la disperazione dei cittadini interessati”. A denunciarlo è la Deputata del Movimento 5 stelle Anna Bilotti, “oggi leggo di Pontecagnano, di Buccino, ieri di Campagna e di altri siti potenziali per la delocalizzazione. Di fronte a tutto questo sento il dovere di denunciare l’ipocrisia di quelle istituzioni, in primis del Comune di Salerno, che da un lato si costituiscono parte civile in un processo per reati ambientali gravissimi (dal danneggiamento di beni pubblici quali l’acqua e fino alle emissioni moleste e al deterioramento dell’ecosistema, oltre allo smaltimento illecito di rifiuti speciali e alla violazione di varie decreti di settore) e dall’altro paventano ipotesi di delocalizzazione, magari anche grazie a lauti finanziamenti, per gli stessi soggetti accusati di essere coinvolti in questi reati.