“Ci sono voluti anni profusi in battaglie, atti amministrative e denunce, perché il popolo degli operatori idraulico forestali fosse finalmente retribuito fino all’ultimo centesimo. Una vittoria che, come Movimento 5 Stelle, abbiamo conseguito lottando alla testa di ben 4.500 lavoratori che hanno accumulato ritardi nel pagamento degli stipendi fino a sei mesi, ma che, nonostante tutto, non hanno mai fatto mancare neppure per un giorno la loro indispensabile opera di tutela dei boschi e della macchia mediterranea della nostra regione. Neppure il suicidio, cinque anni fa, di un lavoratore stanco di sacrificare la propria vita senza riuscire a garantire neppure il piatto a tavola per i suoi, era riuscito a smuovere i due governi regionali che si sono avvicendati in questi anni affinché si mettesse fine al dramma di tanti lavoratori. La vera beffa per tutti questi operatori e per le loro famiglie è che i ritardi sono stati accumulati a causa di cavilli burocratici, di procedure tormentare nell’emissione dei cedolini di pagamento e della totale incapacità da parte di funzionari e dipendenti regionali nel mettere mano a un software che, ancora oggi, non hanno imparato a utilizzare”. Così i consiglieri regionali del movimento 5 Stelle Michele Cammarano e Gennaro Saiello.
“Gettare fango sulle Comunità montane, come fa oggi De Luca, è solo un modo per scaricare le responsabilità lontano dai suoi uffici. Se fossero vere le accuse di “porcherie clientelari” formulate dal governatore della Campania, perché non si è rivolto alla Procura, piuttosto che scegliere la strada del comizio elettorale? Oramai è chiara la strategia di De Luca. Pur di sfuggire alle sue responsabilità, si mette a parlare di strani complotti, come nel caso delle formiche al San Giovanni Bosco, tira in ballo forze oscure, come il peggior De Magistris, oppure, come in questo caso, formula accuse senza aver alcuno elemento”.