È scontro verbale tra Salvatore Colella e Matteo Renzi, al quale il presidente della sezione della Basilicata dell’Associazione nazionale magistrati rimprovera di aver parlato a sproposito per quanto riguarda le inchieste sul petrolio.
Il premier ha infatti paragonato l’eccessiva durata delle inchieste della procura di Potenza sul petrolio a quella delle Olimpiadi, e Colella e non se l’è certo lasciato sfuggire. «Le dichiarazioni di Matteo Renzi – ha dichiarato – sono inopportune nei tempi ed inconsistenti nei fatti. Inopportune perché arrivano in un momento molto delicato dell’inchiesta, con un intervento a gamba tesa e le sue insinuazioni sono quantomeno viziate da un interesse di parte. Inconsistenti perché smentite, solo poche ore dopo, da un pesante verdetto di condanna contro i vertici della Total nel processo Totalgate».
Intanto anche l’ex magistrato Antonio Ingroia sembra essere rimasto senza parole di fronte all’intervento di Renzi: «Purtroppo siamo davanti al solito ritornello della politica che attacca i magistrati quando si sente minacciata dalle indagini. E comunque se si arriva così lentamente alle sentenze non è colpa dei magistrati, ma è soprattutto colpa della politica, a cominciare dal governo Renzi, che non ha mai fatto una seria riforma della giustizia per accorciare i tempi dei processi».
In effetti, le parole di Renzi sono dirette contro i pm di Potenza, ai quali questo giovedì dovrà presentarsi il ministro dimissionario Federica Guidi, in quanto persona informata dai fatti. Ma il premier non ci sta, e ribatte affermando di non aver mai accusato la magistratura. Il suo intento, semmai, era quello di spronare i magistrati a procedere con maggiore solerzia nel loro lavoro, affinché le sentenze non tardino ad arrivare e le opere pubbliche non restino bloccate in eterno.