Un filo rosso che tiene insieme la comunità di chi non può più restare a guardare la tragedia delle morti in mare. E un mare di magliette rosse per “fermare l’emorragia di umanità”. E’ un successo l’iniziativa lanciata dal presidente di Libera don Luigi Ciotti, da Legambiente, Arci e Anpi, che vede tra i protagonisti oltre a Saviano – “Mettiamoci nei panni degli altri” twitta – anche il ministro dell’interno Matteo Salvini: “Che peccato, in casa non ho trovato neanche una maglietta rossa da esibire oggi…”, scrive su Facebook.
Una battuta che scatena polemiche e reazioni. A rispondergli dalla piazza prende la parola proprio il fondatore di Libera. Che a Salvini chiede un incontro: “Gliela porto molto volentieri una maglietta al Viminale, un piccolo gesto, fatto con rispetto”, dice don Luigi. “Credo che dobbiamo poter incontrarci, per metterci nei panni un pò degli altri – aggiunge -, perché importante è riflettere, porsi delle domande, anche nelle diversita. La maglietta rossa è un segno, e ai segni devono seguire le azioni”.
Ma la polemica si allarga per i redattori di Rainews 24 che indossano le magliette rosse. A protestare il deputato della Lega Alessandro Morelli. “Siamo in democrazia, quindi ognuno è libero di indossare tutte le magliette rosse che vuole. Se però a farlo sono giornalisti di RaiNews 24 la cosa è grave, perchè così facendo il servizio pubblico radio-televisivo smette di essere pluralista per diventare partigiano. Si tratta di un’iniziativa vergognosa e deontologicamente imbarazzante per i giornalisti che la compiono, abituati in una Rai ultrasinistra a fare il bello e il cattivo tempo”.
E al di la delle polemiche Libera, l’associazione che don Ciotti ha fondato, racconta oggi di “un paese colorato di magliette rosse, da quota 2000 del rifugio Gran Paradiso all’isola di Lampedusa passando per i campi di formazione sui beni confiscati di Libera alla Goletta Verde di Legambiente in navigazione verso la Campania. In tantissimi hanno aderito e risposto all’iniziativa che invitava tutti a indossare oggi una maglietta rossa per ricordare i tanti bambini migranti morti in mare e, in generale, di chi ha perso la vita nelle traversate”. Una t-shirt rossa, come quella del piccolo migrante Aylan morto sulle coste della Turchia. Indossavano il rosso anche i bambini riportati cadavere e fotografati sulle spiagge della Libia, e di rosso le mamme vestono i loro piccoli prima della partenza sperando che, in caso di naufragio, quel colore richiami l’attenzione dei soccorritori.