Grande affluenza alla manifestazione unitaria di Cgil, Cisl e Uil tenutasi ieri a Roma il cui slogar era #pubblico6tu che riguardava il settore del pubblico impiego e la scuola. La partecipazione è andata ben oltre le aspettative degli organizzatori, tanto che si è deciso di fare partire il corteo in anticipo rispetto all’orario fissato. Si parla di oltre 100mila presenza, visto che alla fine piazza Del Popolo era gremita e alcune persone partite in corteo da piazza Della Repubblica non sono neanche riuscite ad arrivarci.
Il clima è diverso da quello della manifestazione del 25 ottobre indetta dalla sola Cgil che ha visto a Roma un milione di persone e un tripudio di bandiere rosse.
Stavolta la piazza è piena di bandiere blu, verdi e rosse dei tre sindacati, e la canzone che i lavoratori cantano tutti insieme non è Bella Ciao ma l’Inno di Mameli.
Nel cielo volteggiano i soliti palloni colorati delle associazioni sindacali, ma anche centinaia di palloncini raffiguranti Renzi con il naso di Pinocchio. Alcuni lavoratori della Uil portano a braccio una bara di legno con su scritto: “E` morto il servizio pubblico”. Si notano anche le sagome di Renzi e della ministra Giannini con fiocco azzurro e grembiulino.
Sul palco numerosi gli interventi dei lavoratori di ogni settore. Sono stati loro i protagonisti della manifestazione. Un vigile del fuoco, un’operatrice degli asili nido dell’Emilia, una ricercatrice precaria dell’Istituto di Geofisica e Vulcanologia, un’insegnante di scuola primaria, un’infermiera, un medico, ed altri. Ognuno ha parlato delle difficoltà del proprio lavoro, dell’inadeguatezza degli stipendi, della precarietà come negazione dei diritti, della sofferenza in cui molti pubblici dipendenti sono costretti ad operare. La mancanza di turnover, insieme ai tagli applicati ai servizi di pubblica utilità hanno reso sempre piu` difficile operare in tutti i settori, e il tutto si risolve in servizi sempre più scadenti.
La richiesta di una adeguata stabilizzazione per precari che sono tali da decenni, si accompagnava alla richiesta del rinnovo di un contratto bloccato oramai da troppi anni.
Ogni singolo intervento di ogni singolo lavoratore dei diversi settori si e` concluso col la richiesta di uno sciopero generale, con la folla in piazza che applaudiva a questa richiesta. Tra i vari interventi qualche siparietto di satira di Max Paiella che strappa una risata al popolo rimasto in piazza in piedi per tante ore.
A chiudere la manifestazione gli interventi dei segretari generali dei tre grandi sindacati, tornati insieme dopo anni di divisioni.
Per la Uil accorato intervento del segretario generale aggiunto Carmelo Barbagallo, che ha ribadito la richiesta del rinnovo di contratto del pubblico impiego. Invitando Renzi a una cena da 20 euro per i lavoratori pubblici, precari e pensionati, anche Barbagallo ha invocato, in caso di mancanza del rinnovo contrattuale.
Per la Cisl e` intervenuta il segretario Annamaria Furlan, che ha sottolineato la sordità del governo nell’ascoltare la voce dei lavoratori, ribadendo di voler andare avanti per farsi ascoltare, utilizzando tutti gli strumenti di lotta sindacale.
A conclusione l’intervento della leader Cgil Susanna Camusso, che con toni molto duri ha sottolineato come sia Renzi a voler dividere i lavoratori, riferendosi alle parole del Ministro Madia rispetto ai lavoratori statali. Ha poi affermato che anche la Cgil vuole una riforma della Pubblica Amministrazione, una riforma che tenga lontani gli interessi della politica volti a designare incarichi e consulenze in maniera poco trasparente. La Camusso indossava una maglietta rossa, che imitando la pubblicita` di un noto profumo mostrava la scritta “Arrogance, profumo di Premier”.
Anche il Segretario della Cgil ha invocato lo sciopero generale che oramai, a meno di svolte governative improbabili, sembra inevitabile, anche per l’enorme riscontro che hanno avuto sia la manifestazione del venticinque ottobre che questa dell’otto novembre.
Lo sciopero e` stato invocato a gran voce anche da tutta la piazza, che ha applaudito ad ogni intervento. Sembrano lontani i tempi delle contestazioni ai sindacati, il paese sembra davvero oramai diviso in due. Da una parte i giovani rampanti della Leopolda insieme agli imprenditori delle cene pro Renzi da mille euro, dall’altra i lavoratori, dai moderati a quelli della sinistra piu` radicale, uniti per riaffermare la loro dignita` e i loro diritti. Certo, l’antagonista stavolta e` duro, e bisognera` essere cristallini per contrastarlo. Lo chiedono gli iscritti del sindacato, lo chiedono i lavoratori, lo chiedono gli Statali arrivati a Roma da ogni parte d’Italia. Si prospetta un dicembre caldo, e non per per le condizioni atmosferiche di questo strano autunno