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“Mario”, primo malato a ottenere il via libera al suicidio medicalmente assistito in Italia

Dopo tante battaglie è arrivata la prima conquista per quanto riguarda il suicidio assistito. Il Comitato Etico dell’Azienda sanitaria delle Marche (ASUR) ha riscontrato che “Mario” rientra nelle condizioni stabilite dalla Consulta per l’accesso al suicidio assistito. É la prima volta che questo accade in Italia.

Ma chi è “Mario”?

“Mario” (nome di fantasia) è il paziente marchigiano tetraplegico immobilizzato da 10 anni che ha chiesto da oltre un anno all’azienda ospedaliera locale che fossero verificate le sue condizioni di salute per poter accedere legalmente in Italia  ad un farmaco letale per porre fine alle sue sofferenze, in applicazione della sentenza di incostituzionalità della Corte Costituzionale n. 242/2019, che indica le condizioni di  non punibilità dell’aiuto al suicidio assistito.

"Mario"

Dopo il diniego dell’Azienda Sanitaria Unica Regionale Marche,  una prima e una seconda decisione definitiva del Tribunale di Ancona, due diffide legali all’ASUR Marche, “Mario” ha finalmente ottenuto il parere positivo del Comitato etico dell’Azienda sanitaria delle Marche. Il Comitato etico, a seguito di verifica  delle sue condizioni tramite una gruppo di medici specialisti nominati dall’ASUR, ha confermato che “Mario” possiede i requisiti per l’accesso legale al suicidio assistito, così come stabilito nella sentenza Cappato-Antoniani della Corte Costituzionale.

Mi sento più leggero, mi sono svuotato di tutta la tensione accumulata in questi anni”, ha così commentato “Mario” dopo aver ottenuto il via libera.

L’autorizzazione di oggi è il segno che qualcosa sta cambiando anche in Italia. Il suicido assistito è legale già in Svizzera, Belgio, Olanda, Spagna, Canada e in cinque Stati americani. La legittimazione dell’eutanasia, infatti, è importante perché offre la possibilità di scegliere se e come porre fine alla propria esistenza. Inoltre, consente anche di non infliggersi e infliggere un dolore. Un dolore spesso atroce, evitabile, a quei malati costretti a operare nell’illegalità pur di porre fine alle sofferenze causate dalla malattia.

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