Secondo AdWeek ci sono l’avvento della robotica nella vita quotidiana, la propensione a mangiar sano e a spendere di più per se stessi e, non ultima, una nuova concezione di vita affettiva e sessuale. Non solo sul lavoro, però: quello che stabiliamo con la tecnologia intelligente è un rapporto sempre più personale e intimo. Sempre più fiduciosi nelle nostre estensioni hi-tech e nel loro futuro, passiamo a contatto con i nostri device una larga fetta della nostra giornata e questi, perché coinvolti in qualsiasi nostra attività quotidiana, conoscono perfettamente i nostri gusti, le nostre abitudini d’acquisto, persino le nostre condizioni di salute.. Non è però solo marketing nutrizionale: i consumatori sono spontaneamente più attenti alla salute e al benessere del loro corpo e i brand che meglio sapranno interpretare le loro nuove esigenze dovranno offrire sempre più prodotti a chilometro zero, frutto di una produzione sostenibile, che richiamino già dal packaging le loro qualità organolettiche e storia e mission del brand. Il tutto senza contare la preferenza verso i cosiddetti superfood e verso i marchi con una forte storia aziendale alle spalle. Statisticamente almeno il 62% dei consumatori, infatti, davanti agli scaffali del supermercato sceglierebbe oggi prodotti privi di additivi artificiali, ormoni, antibiotici, bisfenoli e organismi geneticamente modificati; l’84% degli americani preferirebbe un cibo bio e sostenibile rispetto a un’alternativa industriale e la spesa in prodotti bio-vegetali sarebbe aumentata dal 2015 dell’11%, superando i 43 miliardi di dollari.
