Ebbene, cari lettori dopo un anno esatto o forse poco più, è arrivato il momento che, da sempre, ogni bambino e bambina italiana attendono.
Carissimi, certamente non sto parlando di Natale e i suoi regali. Parlo, dell’evento di tutti gli eventi.
IL 71esimo FESTIVAL DI Sanremo.
Non c’è spettacolo o manifestazione come il Festival di Sanremo. Nulla è paragonabile a lui. È un po’ come il profumo rassicurante del caffè che la mattina esce dalla moka o quello delle polpette al sugo la domenica a pranzo. È un appuntamento che coinvolge tutti, anche chi non ha nessuna intenzione di vederlo. Perché per cinque giorni in Italia non si parlerà d’altro. Anche in epoca di pandemia.
Avete presente la canzone di Diodato? “Ma chi l’ha mai sentita…”. E poi, dopo tre minuti, gliela senti canticchiare al bar. Un classico, un evergreen. E questo non accade solo per le canzoni dei vincitori, ma chi sale su quel palco, in un modo o nell’altro viene ricordato. Sono 71 anni che questo rito si ripete. Ogni volta più o meno lo stesso. Sempre magnetico e irresistibile. Qualcuno nel dopoguerra lo ha definito “la grande evasione”, la colonna sonora di un’Italia canterina che si affacciava alla modernità.
Per qualche giorno, dal 2 al 6 marzo, ci allontanerà (almeno con la mente) dal buio che da un anno ormai ci avvolge. È una piccolissima occasione per staccare la spina, per quanto sia possibile. È un po’ come una lampadina accesa in mezzo all’oscurità. È distrazione, è leggerezza, è disimpegno. E così va preso.
Noi siamo qui per farvi compagnia, se vi va, e per commentare tutte le particolarità, i look e le gaffe di questo Sanremo in modo incisivo e accurato ma anche in modo semplice e simpatico.
Alessandra Martino respira moda. Una giornalista che vive di arte, bellezza, fascino e parole. La sua penna schietta, decisa e critica vi farà notare cose che noi comuni mortali non sapevamo esistessero.
Margherita Iannicelli, invece, respira. E già è tanto. Simpatica di natura, sarà l’inesperienza e la naturalezza e, cosa più importante la spalla forte (e umana) della Martino.
Diceva Oscar Wild, per bocca del suo straordinario personaggio Dorian Gray: “There is only one thing in the world worse than being talked about, and that is not being talked about.” Le traduzioni però non rendono fino in fondo il significato della frase ma in questo caso meglio restare letterali: “C’è una sola cosa al mondo peggiore del far parlare di sé, ed è il non far parlare di sé.”
Dunque, bene o male, purché se ne parli. E noi lo faremo. Perché Sanremo è Sanremo.