La Campania e Napoli sono di nuovo al centro dei riflettori mediatici. Gli ultimi episodi criminali, accaduti in alcuni quartieri del capoluogo campano, hanno acceso l’attenzione sul fenomeno della criminalità organizzata in questo territorio. Si pensi al terribile omicidio del diciassettenne alla Sanità, le cui dinamiche sono ancora da accertare. La Campania, inoltre, rimane ancora una regione la cui disoccupazione, giovanile e non, è a un tasso elevatissimo, lo ha ribadito un recente rapporto Censis che la posizione al penultimo gradino d’Europa.
Ne abbiamo parlato con il deputato del Partito Democratico, Massimiliano Manfredi, membro della Commissione parlamentare Antimafia (Commissione parlamentare d’inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere).
L’intervista.
Ci avviciniamo alle prossime elezioni comunali in Campania, si discute molto sulla questione Primarie del PD, secondo lei qual è il modo giusto per scegliere un candidato sindaco?
«Entro metà ottobre bisogna definire il progetto del PD per la città e in questo costruire alleanze e scegliere una candidatura. Il metodo di selezione è secondario rispetto a questa priorità. Le primarie vanno benissimo ma servono per la costruzione di un progetto. Noi entro questo tempo dobbiamo valutare il percorso, capire se c’è una candidatura in grado di rispondere a questo progetto, oppure indire le primarie nel più breve tempo possibile».
La commissione Antimafia è venuta in visita a Napoli, il tema della camorra è di primaria importanza in questo territorio, come va combattuto questo fenomeno?
«Noi ci troviamo a Napoli in una situazione particolare. Molti clan si trovano in carcere grazie allo straordinario lavoro della magistratura, questo ha lasciato il campo libero a una guerra di successione per le zone di spaccio e di droga a gruppi molto giovani, addirittura under 18, i quali vivono senza regole, neanche quelle proprie dei clan, sono quindi più difficilmente controllabili. Di fronte a questo il nostro compito è sottrarre i giovani alla criminalità, nei quartieri difficili estendere il tempo pieno nelle scuole, potrebbe essere più utile dell’esercito. Educazione, cultura e molte politiche sociali, oltre l’aumento del controllo devono essere i principali strumenti di lotta alla criminalità».
Lei come commenta la polemica sulle ultime dichiarazioni di Rosy Bindi?
«Questa volta c’è stata una vera e propria mal interpretazione della dichiarazione della Bindi. Lei non ha mai parlato della camorra come facente parte del DNA dei napoletani, altrimenti sarebbe stata una dichiarazione molto grave. Lei ha fatto delle considerazioni che sono frutto dei lavori che abbiamo fatto in Commissione Antimafia e ha collegato la camorra come un elemento costitutivo della storia di Napoli, quando lo sono anche dell’Italia. Questa volta c’è stata una trasposizione sbagliata che ha generato questi commenti. Non vorrei che questo dibattito riduca i lavori che noi abbiamo fatto come Commissione e che non separi i settori della città, perché in questo momento di difficoltà c’è la necessita di lavorare tutti insieme».
Un ultimo rapporto Censis mette la Campania al penultimo posto del gradino d’Europa per quanto riguarda il lavoro. Quali sono secondo lei le misure che Renzi dovrebbe adottare per cambiare quest’andamento in Campania e nel Mezzogiorno?
«Noi abbiamo messo in campo misure che stanno iniziando a dare i primi effetti. Il polo occupazionale, la detassazione per l’assunzione a tre anni, l’abolizione della quota lavoro sull’Irap delle aziende e il nuovo bando per Ricerca e Innovazione per la riqualificazione delle aziende. Sono misure positive che valgono su tutto il territorio nazionale, ora c’è la necessità di renderle più convenienti al Sud, altrimenti non riusciremo a invertire il divario tra Nord e Sud. Noi dobbiamo rendere quest’incentivi variabili sul territorio, ad esempio creare presso la Cassa di fondi e prestiti creare un fondo di garanzia, che riduca il gap tra il finanziamento che viene fatto al nord rispetto a quello del sud. Noi abbiamo la necessità di attrarre impresa e di potenziare l’asse di formazione tra scuola ed Università».
Qualche settimana fa Anatolij Korov, un trentottenne di origini ucraine, è morto per sventare una rapina. Come commenta questo gesto?
«Il gesto di Anatolij è di grandissimo valore morale e sociale. Io, insieme con altri colleghi parlamentari di diversi schieramenti, abbiamo chiesto che il Presidente della Repubblica gli conferisse la medaglia d’oro al valore civile, perché Anatolij è un eroe dei nostri tempi. Questa drammatica vicenda e la compostezza con cui la famiglia si è comportata, dimostra di come sia sbagliata l’equazione che l’immigrazione sia uguale alla criminalità. Se fosse successa la stessa vicenda con parti invertite, la notizia avrebbe avuto un altro eco».