Allo stadio comunale di Locri (Reggio Calabria) per la celebrazione della XXII Giornata della memoria e dell’impegno organizzata ogni anno dall’associazione Libera per ricordare le vittime innocenti delle mafie
“La lotta al fenomeno mafioso non avrebbe potuto raggiungere livelli così alti senza una profonda consapevolezza dei nostri concittadini – tiene a sottolineare il capo dello Stato – senza un forte cambio di mentalità, senza la promozione di una nuova cultura della legalità. I giovani e le associazioni della societò civile, come Libera, e tante altre, sono stati tra i motori di questo radicale e indispensabile cambiamento”.
E spiega: “Dove prima vi era diffusa omertà, ora spesso vi sono i simboli e le bandiere delle associazioni impegnate contro la mafia. Dove vi era silenzio dettato dal timore, o dalla connivenza, ora vi sono le parole, forti e coraggiose, dei nostri ragazzi. Dove c’era indifferenza o rassegnazione, ora si insegna legalità”.
Per il presidente della Repubblica, “occorre rafforzare e diffondere questa crescita culturale. Una crescita che deve continuare nel tempo, e che non dobbiamo mai dare per conseguita una volta per tutte. Una crescita che presuppone un forte impegno nell’ambito educativo e formativo. La scuola è un terreno decisivo per la formazione di coscienza civica e per trasmettere il senso della legalita’, e dunque il contrasto alle mafie. Sarebbe un grave errore – continua – pensare che tocchi soprattutto ad altri, che sia soltanto un problema dello Stato e dei suoi rappresentanti. E’ un compito che riguarda ciascuno di noi: nell’agire quotidiano, nei comportamenti personali, nella percezione del bene comune, nell’etica pubblica che riusciamo ad esprimere”.
Infine, “occorre un tessuto sociale più solido, attraverso l’effettiva possibilità di lavoro e il buon livello dei servizi sociali e sanitari. Occupazione e qualità dei servizi – aggiunge il capo dello Stato – assicurano dignità e rendono i cittadini più capaci di esser protagonisti. Un tessuto sociale solido, e rassicurato sotto questi profili, resiste meglio alle influenze e alle pressioni mafiose”. Poi cita Giovanni Falcone: “La lotta alla mafia non può fermarsi a una sola stanza, la lotta alla mafia deve coinvolgere l’intero palazzo. All’opera del muratore deve affiancarsi quella dell’ingegnere”. E conclude: “Questo è l’orizzonte politico, giudiziario, di ordine pubblico, culturale, educativo, sociale del nostro impegno contro le mafie”.