“Ma quali migranti, aiutate questi italiani!”. Tuona Salvini, accomodato sulla sua poltrona di europarlamentare (o più probabilmente in qualche salotto televisivo) mentre la neve, il terremoto e le esondazioni devastano il centro Italia. Il twittarolo leghista brucia sul tempo gli altri sciacalli professionisti, la sua alleata Giorgia Meloni e i suoi partenti-serpenti del Movimento 5 Stelle (che poi recupereranno con gli interessi).
Lo schema? Sempre lo stesso. Chi soffre oggi? Non c’è dubbio: i cittadini delle zone terremotate, colpiti da un sisma che non sembra voler finire mai e da un’ondata di neve e ghiaccio che non si vedeva da trent’anni. Bene, allora, mentre i soccorritori-eroi sono ancora al lavoro, mentre inforcano gli sci per arrivare nelle zone più impervie e isolate, mentre la politica si dovrebbe stringere intorno alle sue istituzioni per dare loro forza e credibilità davanti ai cittadini disorientati, davanti a tutto questo ecco che gli sciacalli entrano in azione. Troppo succosa la preda per tirarsi indietro: lucrare sulla sacrosanta rabbia delle persone colpite dal cataclisma per alimentarne il rancore, per moltiplicarne la paura e, ovviamente, per sparare a zero contro il governo. Si tratti del terremoto, del terrorismo, dell’immigrazione, delle banche, dell’economia, del lavoro: lo schema dello sciacallo è sempre lo stesso.
Ci dicono che oggi Matteo Salvini sarà nelle zone terremotate. Porterà il suo indegno show mediatico là dove la gente soffre di più. Dove non c’è corrente elettrica, dove le persone sono chiuse dentro casa perché la neve non gli consente di scappare. Dove i morti vengono estratti dalle stanze di un albergo. Lì oggi arriverà Salvini con il suo carrozzone, a intralciare i soccorsi. A intercettare gli sfoghi della gente disperata, dei sindaci arrabbiati, magari a favore di telecamera. A fare qualche foto in cui sembra che stia dando una mano. Insomma, a fare campagna elettorale sulle tragedie. Che è l’unica cosa che sa fare.