di Sonia Ritondale
Dopo Robert Plant, “frontman” dei mitici Led Zeppelin, il “triphop” psichedelico dei Massive Attack all’Arena Flegrea si è esibito un “intellettuale blasè” dall’eleganza molto “british” che ha avuto la sfrontatezza di riscrivere le Quattro Stagioni di Vivaldi, Max Richter.
Non è’ stato registrato il ‘sold out’ , come accaduto in altre città d’Europa e questo è stato certamente un peccato,perché il concerto di musica ambient ed elettronica ,mixati in modo sacrilego con la più popolare opera della storia della musica classica, ,meritava ben altra accoglienza da parte dei napoletani. Comunque quelli che da ottimi intenditori si sono recati martedì sera a Fuorigrotta, sicuramente non si sono pentiti.
Max Richter odia le etichette, fare musica per lui è un processo fisico e mentale. Se qualcuno lo definisce artista pop non si offende. Anzi ritiene che dovrebbero essere ridefiniti i criteri ed i canoni della musica classica. In fondo la stessa musica dei Beatles si può definire, dopo cinquantanni, musica classica.
Max Richter è sicuramente un artista che, partito da un’educazione rigorosamente classica, ha avuto la capacità, anche grazie ad importanti incontri come quello con Luciano Berio, di operare una apertura anticonvenzionale dagli schemi rigidi della musica “importante”.
Da qui la meravigliosa esibizione di ieri sera di un Vivaldi d’avanguardia, ricomponendo con un pizzico di follia ma tanto fascino, le “Quattro Stagioni” di Vivaldi, il capolavoro musicale del barocco veneziano.
Con Max Richter, l’allievo della Highgate School di Londra, l’eclettico violinista Daniel Hope, ha fatto vibrare le corde del suo violino e il cuore del pubblico .
Foto Sonia Ritondale