Quando appendi le scarpette al chiodo, è dura realizzare di non dover più scendere in campo, non dover preparare il borsone, non poter respirare l’aria del ritiro, non poter esultare dopo un gol.
Lo sa bene Giuseppe Mallardo, classe 1980, di professione attaccante, autentico incubo per le difese avversarie, che in carriera vanta tante presenze tra professionisti e dilettanti, con all’attivo ben 350 gol segnati.
Non è stato facile per lui, decidere di smettere, ma nella vita quando ti accorgi di non poter dare più il massimo, allora è tempo di prendere decisioni importanti.
“Mi mancherà tutto del mondo del calcio. Dal ritiro pre gara, al respirare l’ansia pre partita o all’esultare dopo un gol. Ma nella vita, quando ti rendi conto di non poter dare più il massimo e di non avere più quella spinta emotiva che ti ha sempre caratterizzato, allora capisci che è venuto il momento di dire basta – ha dichiarato il bomber al nostro sito – “.
Mallardo ha giocato in tante piazze, ha vestito tante maglie, ma ad una è rimasto legato particolarmente.
“Ho giocato in tante piazze, ho vestito tante maglie, ma posso affermare senza possibilità di smentita che Battipaglia mi è rimasta nel cuore. Non potrò mai dimenticare la tifoseria che mi acclamava dopo ogni gol, sembrava quasi che venisse giù lo stadio ogni volta. Sono onorato di essere nella storia della Battipagliese, dove ho realizzato 74 gol in due stagioni e mezzo e sono il bomber più prolifico. Battipaglia è la mia seconda casa”.
Ma qual è stato l’idolo di Giuseppe Mallardo?
“Mi è sempre piaciuto Vincenzo Montella, adoravo il suo aeroplanino. Come giocatore mi rivedo in lui, anche se rispetto a lui io avevo più forza fisica. In ogni caso, Montella è un calciatore a cui mi sono ispirato nel corso della mia carriera“.
Ma se vuoi emergere nel calcio, bisogna fare sacrifici fin da giovani, e di questo Mallardo ne è consapevole.
“Se vuoi emergere nel calcio, devi essere disposto a fare dei sacrifici. Lo so bene, perchè se sono riuscito a fare quello che ho fatto, è proprio in virtù dei sacrifici fatti. Ad un giovane che oggi vuole diventare calciatore, dico che lo spirito di sacrificio e la cura dei particolari, è fondamentale per riuscire in questo mondo. Applicazione e cura dei particolari, dunque, altrimenti non arrivi da nessuna parte“.
Ora che con il calcio giocato ha smesso, bomber Mallardo ha le idee chiare sui progetti futuri.
“Il mio lavoro, adesso, è un altro. Non nascondo però, che vorrei restare nel mondo del calcio, magari come procuratore o direttore sportivo. Non mi piace improvvisare, però, ragion per cui lo so bene che bisogna studiare per acquisire le giuste competenze ed intessere le giuste relazioni. Non so cosa mi riserverà il futuro prossimo, ma so per certo che farò di tutto per restare in un mondo a cui ho dato tanto e che mi ha dato tanto“.
Parole e musica di un bomber di razza, che del resto è uno che si è fatto da sè.
L’auspicio, è che Mallardo possa dare lo stesso contributo che ha dato da calciatore ad un mondo, quello del pallone, dove per citare Pirandello, esistono da sempre troppe maschere e pochi volti puliti, liberi da costrizioni, giochi di potere ed intrighi di palazzo.