Concita De Gregorio, nel suo nuovo libro: “Mi sa che fuori è primavera” afferma che : “per essere felici non ci vuole quasi niente niente, comunque, che non sia già dentro di noi”. Le ferite si riparano con l’oro in Giappone, con oro liquido a mostrare e a non nascondere le fratture. Le cicatrici sono dorate, valgono oro, sono un segno immenso di rinascita. Le persone che le portano addosso quelle vere cicatrici, sono persone preziose perchè chi soffre è forte, la fragilità è una forza, e la tecnica che rende tutto ciò così prezioso è l’amore fra gli esseri umani. Irina, ha combattuto e ha vinto la vita. ha una vita apparentemente salda, con un marito, due figlie ed un buon lavoro. Ma qualcosa un giorno finisce, arriva il divorzio ma anche qualcosa di ancor più terrificante: il marito rapisce le due bambine, svaniscono nel nulla. Poi l’uomo si uccide, ma delle figlie non vi è più alcuna traccia. Ma da un dolore indescrivibile, come fatti che annientano e che sembrano irreali tanto facciano male, arriva una nuova luce. Irina ricuce le maglie della sua vita e ritrova un senso alla propria vita: l’amore, la possibilità di provarlo ancora, dandosi agli altri. C’è una frase all’inizio del libro, una frase di William B. Yets, che dice: “ho steso i miei sogni sotto i tuoi piedi, cammina leggera perchè cammini sui miei sogni“. Non vi è frase più bella di questa, per descrivere questa storia, la quale riprende una fatto di cronaca realmente accaduto, che è potentemente dolorosa, ma che insegna a non mettere mai un punto alle cose.