Il 3 Gennaio compie 48 anni, Michael Schumacher, probabilmente uno dei migliori piloti del XX Secolo. Il 7 volte campione del mondo, (2 titoli con la Benetton e 5 con il cavallino rosso della Ferrari), 
gareggia tra gli anni 90 e il 2000 dando vita ad entusiasmanti battaglie sui circuiti piu’ ostici con Senna, D.Hill, Villeneuve, Montoya, Alonso e fa praticamente la storia con la Ferrari, risvegliandola dal torpore di inizio anni ’90 avara di successi. Il Kaiser della Formula 1 per un destino beffardo purtroppo non potra’ festeggiare come avrebbe voluto i suoi memorabili anni, poiche’ tristemente immobile nella sua villa di Gand circondato dall’affetto dei suoi cari, dopo il drammatico incidente sciististico di Meribel, che lo vide schiantarsi contro una roccia il 29 Dicembre di 3 anni fa’. Da quel momento il vuoto, l’assenza che pesa come un macigno per i tedeschi, ma soprattutto gli sportivi che ne hanno riconosciuto il suo immenso talento ma anche il profondo rispetto per questo sport. Cio’ che lascia in eredita’ il tedesco e’ un immenso talento e straordinario carisma, passione per uno sport altamente rischioso che sta diventando un business per pochi e noia per i molti fan della Formula 1. Chissa’ cosa avrebbe pensato Shumy vedendo questa F1 negli anni della sua assenza, cosi’ avara di sorpassi, dove gli unici brividi della corsa sono la partenza e il rientro ai box per superare la macchina di turno, strane alchimie tecnologiche per indirizzare il settaggio giusto dove la macchina sovrasta l’abilita’ del pilota; cio’ che ha fatto il pilota tedesco nel corso dei suoi anni in F1 e’ qualcosa da ricordare negli annali, i suoi record e la sua potente guida saranno difficile da riproporre negli anni per le generazioni future, poiche’ riusciva a combinare talento, spregiudicatezza, regolarita’, attraverso sacrifici che i piloti attuali non applicano.
Gianluca Conte
