La pandemia ha esasperato e messo in evidenza tutte le criticità del mondo penitenziario, e la nostra classe politica ha dimostrato tutto il suo disinteresse di fronte ai diritti delle persone detenute, quotidianamente violati, primo tra tutti il diritto alla salute. La promiscuità degli spazi, la carenza di condizioni igienico-sanitarie adeguate, il sovraffollamento hanno fatto sì che il virus si diffondesse in carcere e creasse in molti casi dei veri e propri focolai. Le misure varate con l’intento di decongestionare le carceri si sono dimostrate del tutto insufficienti, poiché frutto di una concezione della pena meramente afflittiva e punitiva, e così solo poche centinaia di detenuti sono riuscite ad accedere alle misure previste dal Decreto Ristori nella seconda ondata della pandemia. Eppure tali strumenti esistono nel nostro ordinamento e sono utilizzabili ogni qual volta la situazione lo imponga per salvaguardare interessi e diritti come quello alla salute assolutamente prioritari.
Tra le Regioni che hanno particolarmente risentito degli effetti della pandemia c’è sicuramente la Campania, che nei mesi scorsi ha visto centinaia di contagiati tra la popolazione detenuta, gli agenti e il personale amministrativo e sanitario dei propri istituti. Alla notizia della proroga al 30 aprile delle misure governative varate contro il sovraffollamento in carcere, il Garante campano delle persone private della libertà personale Samuele Ciambriello, che sta ribadendo da mesi la necessità di intervenire in maniera più incisiva e con misure realmente deflattive, ha così commentato: “Misure insufficienti che continuano a penalizzare i detenuti socialmente fragili e con patologie croniche. Sono segnali deboli in un momento delicato e complesso, ma almeno i semiliberi non torneranno a dormire in carcere e un pò di detenuti che devono scontare meno di 18 mesi, non con reati ostativi, potrebbero uscire.”
Ha poi fatto il punto sui contagi: “In Campania attualmente i detenuti positivi sono 23, uno nel carcere di Poggioreale, due in quello di Santa Maria Capua Vetere, diciannove a Secondigliano, uno ricoverato al Cotugno. Inoltre ci sono 68 contagiati tra gli agenti di polizia penitenziaria egli operati penitenziari.”
A cura di Giusy Santella