L’Accademia di Belle Arti di Napoli, fu ufficialmente inaugurata nel 1752, col nome di “Reali Accademie del disegno e del nudo”, ed inserita all’interno del complesso conventuale di San Giovanni delle Monache. Tuttavia, in seguito, ovvero un secolo dopo, la sede diventò il Regio Palazzo degli Studi, la struttura che oggi ospita il Museo Archeologico Nazionale. Infine, l’accademia arrivò nelle struttura attuale di via Santa Maria di Costantinopoli . L’istituzione si ritrova nella stessa zona del Museo Archeologico, del Teatro Bellini, del Conservatorio e di Port’Alba creando naturalmente un circolo artistico. Ma intanto, l’accademia fu eternamente segnata dal regime fascista e dalla guerra: i bombardamenti, infatti, provocarono ingenti danni all’’intera struttura e, anche dopo il restauro e la riapertura, l’istituzione era ancora dannatamente influenzata dalla riforma scolastica Gentile, riforma che investi l’Italia appena emersa dalla dittatura, subita. Si arriva al 1968, con i moti sessantottini, la scuola venne chiusa per quasi un ventennio. Dopo, negli anni ottanta, la scuola ritornò in funzione come punto saldo e motore propulsore dell’intera produzione artistica del Mediterraneo.
La maggior parte degli artisti del Sud Italia ha studiato nell’ accademia napoletana ed i busti che adornano la facciata principale dell’edificio ne raffigurano gli esponenti principali. L’Accademia di Belle Arti custodisce anche una Galleria di inestimabile valore che comprende opere che vanno dal ‘500 al ‘900, collezionata a scopo educativo, di modo che gli aspiranti artisti avessero qualcosa da cui apprendere sempre a portata di mano, dai quali imparare e ricevere l’ ispirazione. La collezione, inoltre, conta 227 opere donate nel 1897 dal pittore napoletano Filippo Palizzi. Un patrimonio magnifico, che riesce a racchiudere nel proprio cuore pulsante tutta l’intera storia dell’arte napoletana nel mondo.