Marco Marchi, patron di LiuJo, ha rilavato Blumarine. L’imprenditore carpigiano ha sottoscritto gli accordi per l’acquisizione del 100% di Blufin, società alla quale fa capo il marchio di abbigliamento, tramite la propria holding Eccellenze italiane, un nuovo progetto di aggregazione e accelerazione di brand di fascia alta. L’annuncio arriva dopo mesi di indiscrezioni.
“Con questa acquisizione prende forma il mio sogno imprenditoriale di aggregare delle eccellenze italiane e lanciarle nella competizione globale”, ha sottolineato Marchi. “In un mercato in fortissima evoluzione i consumatori premiano i brand forti di identità distintive che fanno della qualità e della creatività gli elementi fondanti. In Italia esiste questo straordinario patrimonio di aziende che tuttavia spesso non sono in grado di crescere per mancanza di massa critica, capitale, tecnologia, management e sinergie-asset che solo un grande gruppo può garantire” .
Eccellenze Italiane avrà la mission di selezionare e aggregare brand di fascia alta accomunati da forte distintività e potenziale di crescita con l’obiettivo di portarli a competere più efficacemente sul mercato globale.
Il progetto nasce dall’intuizione di Marco Marchi e dal suo desiderio di ampliare il proprio orizzonte imprenditoriale basandosi su una filosofia di environmental social governance, filosofia di investimento responsabile che mette al centro la creazione di valore per tutti gli stakeholder coinvolti.
“È un sogno, una mia visione imprenditoriale che si avvera e che ha come punto di inizio l’acquisizione di Blumarine, un marchio di straordinaria reputazione e valore per l’Italia e il territorio carpigiano”, ha aggiunto.
La trattativa, avvenuta in via privata tra la famiglia Tarabini e Marco Marchi e senza istituti bancari intermediari, si è rapidamente conclusa con la sottoscrizione degli accordi per la cessione del 100% delle quote di Blufin a Eccellenze Italiane.
“Mia madre (Anna Molinari), io e tutta la nostra famiglia, riteniamo questo step estremamente positivo per lo sviluppo e la crescita dell’azienda e dei suoi brands”, ha dichiarato Gianguido Tarabini. “Crediamo fortemente nelle doti imprenditoriali di Marco Marchi, nel suo legame con il territorio ed auspichiamo che questa operazione rappresenti un caso di successo dell’imprenditoria carpigiana e della moda italiana”.
Il Gruppo Blufin, proprietario dei marchi Blumarine, Blugirl, Anna Molinari e Be Blumarine è oggi presente in 50 paesi e le collezioni sono distribuite in più di 500 punti vendita, di cui 31 boutique e shop-in-shop monomarca in tutto il mondo.
Il fatturato consolidato 2018 comprensivo di royalties sulle licenze è stato di 33 milioni di euro generato per il 40% dal mercato domestico e per il 60% dai mercati internazionali.
“Sono orgoglioso e onorato di essere stato scelto dalla famiglia Tarabini per un simbolico passaggio di testimone che dovrà garantire a questo straordinario patrimonio di stile italiano un futuro di crescita e sviluppo. Blumarine è un marchio con una eccezionale notorietà e rappresenta nel mondo uno stile distintivo e unico. Contiamo di valorizzare questa preziosa heritage e lanciarla nella contemporaneità con una nuova freschezza, rimanendo tuttavia fedeli ai suoi codici di romanticismo e femminilità”, ha aggiunto Marchi.
Per la prossima stagione, un team di designer interno realizzerà una collezione capace di coniugare gli elementi distintivi di Blumarine con quello che sarà il nuovo percorso del brand. La Direzione Creativa è ancora in fase di definizione e porterà nuovamente Blumarine a sfilare a Milano durante la Fashion Week di settembre 2020.
“Ci attende un importante e serio lavoro di riorganizzazione e rilancio che dovrà dare ossigeno e nuova linfa a questa straordinaria realtà italiana. In 5 anni contiamo di arrivare a un fatturato di 50 milioni di euro con un ebitda a doppia cifra, vogliamo crescere sì, ma gradualmente e in modo sostenibile anche per proteggere l’esclusività di questo gioiello del Made in Italy”, ha concluso.
L’operazione arriva a pochi giorni dalla comunicazione dell’investimento di Marchi in Coin, entrato nella società con una quota del 15%.