Non c’è politica più alta della difesa del territorio in cui si vive. E se poi questo territorio si trova ai piedi dello spettacolare Massiccio del Matese, allora diventa un obbligo la sua salvaguardia. A Morcone, comune in provincia di Benevento, si sta combattendo una battaglia importante: la tutela paesaggistica del luogo non può essere soggetta alle leggi del mercato, i cui ritorni economici per la comunità, tra l’altro, sono tutti da provare.
Dal 19 agosto Giuseppe Fappiano e Raffaele Pengue, portavoci del Fronte Sannita per la Difesa della Montagna sono in sciopero della fame per sensibilizzare le istituzioni e la comunità su un tema così importante. Pericolo che arriva dalle installazioni eoliche selvagge, presentate alla popolazione sotto forma di decine di progetti di piccoli parchi. La realtà sembra ben diversa, come ci spiega lo stesso Fappiano: ‘‘Stiamo cercando di lanciare un segnale forte, poiché non possiamo permettere che le autorizzazioni per gli impianti di eolico, trivelle, impianti idroelettrici, termovalorizzatori, fotovoltaico a terra, vengano rilasciati con tale leggerezza. Abbiamo ricevuto il sostegno di molte persone che hanno diffuso sui social la nostra iniziativa e che verranno a trovarci, vogliamo mostrare loro cosa sta accadendo e cosa accadrà, per questo li accompagneremo in escursioni lungo i crinali dove già esistono gli impianti e dove ne verranno installati altri”.
”Da tempo –continua Fappiano – stiamo provando ad avere un incontro con Bonavitacola (vicepresidente alla Regione Campania e assessore all’ambiente) e con il Governatore De Luca, ma sembra davvero impossibile. Hanno attivato le procedure per l’individuazione dei siti non idonei, ma quello di cui non si tiene conto è che molte delle autorizzazioni rilasciate in passato riguardano impianti che ricadono proprio nelle aree individuate per il PER o in aree SIC. Parliamo di aree demaniali con pascoli permanenti dove impiantare nuove pale è del tutto impensabile. Probabilmente annullare quelle autorizzazioni significa scontrarsi con le aziende che hanno vinto le gare di appalto, ma a questo punto la Regione deve decidere se privilegiare il bene delle comunità o continuare a perseguire questa strada”.
La Regione continua a mantenere un atteggiamento ambivalente: da un parte stanzia miliardi di euro per progetti tesi alla salvaguardia dell’ambiente e per lo sviluppo del turismo, dall’altra continua ad autorizzare impianti che minano le fondamenta di quella natura incontaminata che si vuole esaltare e promuovere. Altra richiesta che si avanza alla Regione e che questa impresa tenta di portare avanti è quella di ottenere una mappatura chiara degli impianti attualmente esistenti sul territorio: purtroppo tra mini-eolico ed eolico non si riesce ancora a capire quante siano le pale presenti considerando i primi impianti avvenuti già nel 1991. Fappiano è riuscito ad iniziare parte di questo lavoro tramite le geocode presenti sui decreti dirigenziali ma resta difficile riuscire a fare un riscontro: ”Questa situazione è valida per tutta la Campania, Irpinia compresa, per la quale i Comuni, di volta in volta, valutano gli impianti non tenendo conto del reale stato del territorio e l’ingombro totale. Così non si può continuare”.