E’ di qualche giorno fa la notizia che Fortuna Loffredo, la bambina di sei anni precipitata da una palazzina del Parco Verde di Caivano, è stata abusata sessualmente. I risultati dell’esame autoptico confermerebbero, quindi, le ipotesi avallate da quel terribile 24 giugno. Il corso delle indagini è, così, totalmente capovolto, adesso la Procura indaga per omicidio volontario e violenza sessuale, aggravata dall’età della vittima. La piccola Fortuna, stando a quanto riportano gli inquirenti, potrebbe essere stata vittima di abusi da due settimane fino a due mesi prima della sua morte. Negli ultimi giorni, però, sono emerse altre notizie, che infittiscono il mistero di questa terribile disgrazia. Sembra che, da tempo, la bambina lanciasse segnali, che però, sono stati male interpretati.
I medici di uno studio specializzato dell’Asl di Aversa, le avevano diagnosticato “disturbi del linguaggio e del comportamento”, in una prima visita avvenuta lo scorso Gennaio. La bambina fu sottoposta a tali controlli, poiché presentava alcune difficoltà nel linguaggio, rispetto ai suoi coetanei. Nelle successive visite, le furono riconosciute diverse problematiche, “condotte ipercinetiche, ritardi nell’apprendimento scolastico, immaturità psicoaffettiva, difficoltà nell’attenzione”. Più in là si accorsero anche, che mostrava “intolleranza alle frustrazioni con etero aggressività”. Tutti segnali, che sebbene letti come difficoltà nello sviluppo del linguaggio, potevano sottendere lo stato di malessere che viveva Fortuna. Secondo gli inquirenti, infatti, c’è la possibilità che questi atteggiamenti, fossero una conseguenza degli abusi “cronici”, di cui la bambina era vittima.
La tesi della violenza sessuale fu una delle prime a essere considerata, dopo la morte della bimba. A dimostrazione di questo, ci sarebbe il sequestro che fu fatto a giugno da parte dei magistrati, dei disegni di Fortuna, con la speranza di rintracciare qualche possibile prova. Alla luce di questi nuovi sviluppi, aumentano gli interrogativi che ci si pone dinanzi a questa mostruosa vicenda. Com’è possibile che nessuno si sia accorto di niente? Che la madre non abbia notato lesioni nelle parti intime? Che i medici non abbiano ricercato altre motivazioni, che giustificassero quei disturbi comportamentali?
Sembrerebbe, quindi, che siamo di fronte a una cattiva interpretazione, di un atteggiamento, che avrebbe dovuto destare qualche sospetto. O addirittura, davanti a una totale ignoranza del problema. Stando ai racconti della madre, Fortuna non voleva essere lavata nelle parti intime e vomitava spesso. E’inevitabile pensare, che se solo qualcuno fosse andato fino in fondo alla radice del problema, forse una simile tragedia si sarebbe potuta evitare.