Sono passati sei mesi da quel tragico 24 giugno, quando Fortuna Loffredo, una bambina di soli sei anni è precipitata dal balcone di un edificio del Parco Verde di Caivano. Sei mesi in cui le indagini sembrano procedere a rilento, quasi come se fossero intrappolate in un vicolo cieco. Poco dopo la morte della bambina, si decise di sequestrare i disegni della piccola, per scovare tra le immagini da lei ritratte, una valida pista da seguire. Lo scorso ottobre, fu addirittura confermata l’ipotesi che la bambina fosse stata ripetutamente vittima di abusi sessuali. Ipotesi che ha creato una lunga polemica, poiché sembrava inammissibile che nessuno si fosse reso conto dei disagi fisici e psicologici di questa bambina. Disagi dovuti al pesante trauma di essere stata abusata per diversi mesi. Si cominciò, infatti, a parlare di un comportamento male interpretato.
Dopo la conferma degli abusi sessuali, gli investigatori hanno finalmente potuto tacciare una pista, senza però, raggiungere risultati concreti. Qualche giorno fa è arrivata quella svolta che, potrebbe servire alla risoluzione di quest’indagine. I carabinieri, infatti, hanno arrestato un uomo, di cui non sono note le generalità, con l’accusa di violenza sessuale nei confronti di una bambina. Quest’uomo abiterebbe nella stessa palazzina, in cui viveva la piccola Fortuna. E sarebbe stato proprio quest’uomo a prestare il primo soccorso alla bambina, che giaceva agonizzante per terra. Il mistero del Parco Verde di Caivano s’infittisce, con questo risvolto, ancora di più. Sebbene gli investigatori non abbiano reso note le indagini che hanno portato all’arresto dell’uomo e abbiano dichiarato che a oggi, non sono confermate sue responsabilità, nella tragica vicenda di giugno, la coincidenza non passa inosservata. Se di coincidenza volgiamo parlare.
Chiaramente è presto per avallare una qualsiasi tesi, gli stessi inquirenti hanno deciso, vista la delicatezza della questione, di conservare uno stretto riserbo sullo svolgimento delle indagini. Sulla morte di Fortuna la tesi, più volte avallata, da chi si occupa del caso, è che la bambina fosse coinvolta in un losco giro di pedofilia. Giro di cui, purtroppo, farebbero parte altri bambini. La mamma di Fortuna, Domenica Guardato, aveva parlato di: «Un mostro che abita in quel palazzo». E’difficile, quindi, comprendere, per quale motivo soltanto negli ultimi giorni, è venuta alla luce quest’altra terribile storia di violenza sessuale ai danni di un’altra bambina. Che quest’uomo sia implicato o meno nella morte di Fortuna, è evidente, che in quel parco ci sia un problema di pedofilia, che va risolto quanto prima. Le indagini, infatti, dovrebbero procedere con una maggiore celerità, per evitare che altri bambini possano fare la tragica fine di Fortuna o che comunque altri piccoli innocenti siano vittime di abusi sessuali.