In occasione della mostra che si terrà a Napoli delle opere del celebre artista Caravaggio, il Ministero per i beni culturali conferma la sua posizione: l’opera “Sette opere di misericordia”, che attualmente si trova al Pio Monte della Misericordia, non si sposterà, e non sarà dunque presente il giorno al Museo di Capodimonte.
Il direttore dello stesso museo, Sylvain Bellenger, conferma che la mostra si terrà lo stesso, anche senza il capolavoro dello storico pittore, dichiarando ” Spiegheremo cosa manca, come lo faremo sarà una sorpresa, e inviteremo le persone ad andare al Pio Monte per vedere come Napoli celebrò Caravaggio 40 anni dopo la sua morte. Questa decisione potrebbe dare un segno di paralisi e di blocco ala collaborazione istituzionale. È un danno per la città. Noi non cadremo in questa trappola e continueremo a lavorare insieme. Il 28 marzo apriamo una mostra su Jan Fabre in quattro Istituzioni culturali storiche della città: Capodimonte, il museo Madre, il Pio Monte e la galleria Trisorio“.
Gino Famiglietti, nuovo direttore generale del ministero, sostiene infatti che il rischio che il quadro si rovini durante lo spostamento sia troppo alto, poichè la tela si trova in una posizione molto elevata. La procedura di spostamento, riferiscono dall’altro lato, sarebbe invece priva di pericoli, per via delle moderne tecnologie e ditte specializzate, facendo riferimento ad un caso analogo, che ha portato il quadro di Picasso “Parade” proprio nel Museo di Capodimonte, in occasione di un altra mostra.
Manifesta il suo disappunto anche il sindaco della città di Napoli Luigi De Magistris ” Il no del Ministero per i beni culturali all’esposizione per tre mesi delle ‘Sette opere di misericordia’ di Caravaggio dalla Cappella del Pio Monte al Museo di Capodimonte è davvero non solo una straordinaria occasione persa ma anche un incomprensibile intreccio di veti incrociati. Napoli, ormai per tutto l’anno, rappresenta un palcoscenico naturale ma soprattutto culturale di levatura mondiale e negare il godimento di un’opera meravigliosa come quella del Caravaggio ad una mostra-evento che attirerà migliaia e migliaia di napoletani e turisti è davvero una assurda decisione cervellotica del solito partito del ‘no’, un “nonsipuotismo” insopportabile“.
Nonostante tutto Bellenger non si da per vinto, fiducioso nel fatto che si possa trovare un accordo ” Troveremo una soluzione. Volevamo offrire un avvicinamento fisico, visuale e intellettuale con la produzione di Caravaggio a Napoli.
Le “Sette opere di misericordia” del 1607 nella chiesa all’epoca di Caravaggio era esposta in maniera molto diversa da come la vediamo oggi, a seguito del progetto della cappella ottagonale realizzato da Francesco Antonio Picchiatti a partire dal 1658, quasi 50 anni cioè dopo la morte di Caravaggio. La chiesa era rettangolare, sul fondo l’opera di Caravaggio che era molto più visibile di oggi. L’artista ha dipinto per una chiesa diversa da quella che noi tutti conosciamo: in mostra avremmo riproposto quello schema. Picchiati nel Seicento ha realizzato un allestimento che è stata una glorificazione dal punto di vista architettonico dell’opera di Caravaggio, anche a discapito della visibilità delle opere. Nella mostra volevamo rendere più visibile a tutti il modo di dipingere del genio. Vuol dire che cambieremo obiettivo: racconteremo come Napoli glorificò Caravaggio e non tanto (e solo) il forte legame con Napoli“.
A cura di Paolo Solombrino