La posizione M5s. I 5 Stelle non modificano la loro posizione. La spiegano i due capigruppo dopo essere stati ricevuti dal capo dello Stato, Luigi Gaetti e Giulia Grillo. “Il governo dimissionario – hanno dichiarato – sia strumento del Parlamento e della Consulta, e subito dopo le elezioni”. “L’Italia – hanno aggiunto – con due leggi elettorali diverse, si trova in una paralisi istituzionale dolosa generata dall’irresponsabilità di questa classe politica guidata da Renzi e dal Pd”. Alessandro Di Battista ha poi postato su Facebook il discorso fatto a Mattarella.
E comunque, se la soluzione sarà Gentiloni, la linea 5 Stelle è già chiara. Di Battista la sintetizza così: «È un renziano di ferro, poco carismatico, fedelissimo alla linea del capitalismo finanziario e soprattutto sacrificabile. Potrebbe fare il presidente qualche mese senza mettere in pericolo Renzi il quale si potrebbe preparare ad un ritorno». Di Maio ancora più duro: «È un governo avatar, Renzi si dimette ma resta lì».
Tutto bene, basta non parlare di sé. Perché allora la faccenda si complica. Di Maio, prima della riunione, intercettato alla Camera ha rassicurato: «Noi siamo pronti, andiamo a governare. Il candidato presidente del consiglio lo sceglieremo nel Movimento, consultando la nostra base. Sarà la rete a decidere tra me e Di Battista». Ma l’accesso alla piattaforma, e quindi il controllo sui votanti, è tutto e solo nelle mani della Casaleggio. E Grillo preferisce Di Maio.