Il 15 febbraio 2021 muore all’ospedale di Pozzuoli una detenuta di nome Isabella P. La detenuta era ricoverata dall’11/02/2021 ed era giunta dal carcere femminile di Pozzuoli, nel reparto articolazione psichiatrica ed il suo fine pena era previsto per il 2026. Era accusata di furto, estorsione e minaccia a pubblico ufficiale.
Il Garante campano delle persone private della libertà personale Samuele Ciambriello sull’accaduto ha dichiarato: “Siamo di fronte alla morte di una giovane detenuta di 37 anni che ha avuto già all’età di 18 anni il suo primo TSO, era alla sua settima carcerazione e a Pozzuoli era un’internata provvisoria giunta a settembre del 2020 da Bologna perché lì era in ristrutturazione il reparto psichiatrico del carcere. Si vede la durezza e l’iniquità del diritto penale che pensa che per le persone che hanno disturbi psichici e disturbi della personalità il carcere abbia una funzione riparatrice. Questa è una concezione aberrante.”
Ha così continuato in merito alla tutela della salute mentale in carcere: “È stata disposta dal Magistrato l’autopsia. Credo che da un punto di vista sanitario sia necessario sancire la non presenza in carcere per un soggetto come Isabella la quale sebbene ricoverata altre due volte in ospedale aveva firmato l’allontanamento volontario dallo stesso. Io credo che ci sia proprio una incompatibilità tra il carcere e la salute mentale e da essa discende l’indicazione che la presa in carico delle persone con disturbo psichiatrico debba avvenire di regola al di fuori del carcere, nel territorio, e deve coinvolgere più attori sociali. La salvaguardia della salute mentale non coincide esclusivamente con l’assistenza psichiatrica, per quanto importante essa sia. Il mio invito è quello di predisporre ambienti e condizioni adeguati a mantenere l’equilibrio psichico delle persone detenute e non aggravare lo stato di chi soffre di disturbi mentali. In questo senso le sole 3 stanze dell’articolazione psichiatrica di Pozzuoli e la stessa sezione dell’articolazione psichiatrica di Benevento non sono idonee ai requisiti minimi per poter dignitosamente vivere la detenzione. Il carcere soprattutto per questa tipologia di persone è una risposta semplice a problemi complessi”.
In questo momento a Pozzuoli ci sono 134 detenute di cui 17 sono straniere e 6 persone sono ristrette nell’articolazione psichiatrica.