Il colloquio privato tra il papa e il ministro degli Esteri e Consigliere diplomatico del Myanmar Aung San Suu Kyii, si è svolto nella sala del Corpo diplomatico del palazzo presidenziale della capitale Nay Pyi Taw.
Papa ha riferito ad autorità e Corpo diplomatico del Paese che “il futuro della Birmania deve essere la pace, una pace fondata sul rispetto della dignità e dei diritti di ogni membro della società, sul rispetto di ogni gruppo etnico e della sua identità, sul rispetto dello stato di diritto e di un ordine democratico che consenta a ciascun individuo e ad ogni gruppo, nessuno escluso, di offrire il suo legittimo contributo al bene comune. L’arduo processo di costruzione della pace e della riconciliazione nazionale – ha proseguito Francesco – può avanzare solo attraverso l’impegno per la giustizia e il rispetto dei diritti umani”.Aung San Suu Kyi ha affermato che l’incontro con il Papa, “rimarca la nostra fiducia nel potere e nella possibilità di pace”. Inoltre, per Aung San Suu Kyi la crisi dei musulmani del Rakhine è divenuta un grande problema, tanto che secondo alcuni osservatori negli attacchi dell’agosto scorso a postazioni militari del Rakhine, ci sarebbe il disegno destabilizzante proprio dei militari, contro la leader democratica. Poi, la ministra degli Esteri del Paese ha affrontato con determinazione non solo la questione del Rakhine, ma le sfide del Paese che deve uscire da decenni di dittatura militar. La leader democratica ha pronunciato due frasi in italiano: “Grazie per essere arrivato qui da noi” e “continuiamo a camminare insieme con fiducia”, ha poi ricordato il messaggio di papa Francesco per la Giornata mondiale della pace del 2017. A sua volta lo staff del generale Min Aung Hlaing, ha ribadito che nel Paese “non c’è persecuzione religiosa né discriminazione religiosa”.