Saranno oltre 100 i luoghi più nascosti di Napoli che rispecchiano la tradizione e la cultura della tradizione partenopea . Uno dei più importanti ,è sicuramente il Parco Virgiliano , caratterizzato da un sistema di terrazze che regala ai turisti la possibilità di godere di un panorama che comprende le meraviglie principali del Golfo di Napoli altrimenti impossibili da vedere in altri punti panoramici della città . Il Parco Virgiliano fu realizzato durante il ventennio fascista e aprì nel 1931 con il nome Parco della Vittoria o della Bellezza. Fu poi definito Parco delle Rimembranze , per commemorare i caduti della Grande Guerra e in seguito Parco Virgiliano, in onore del poeta romano. Questo parco è costruito con una struttura a terrazze, disposte su un’area di 92.000 m2 ed è collocato in una posizione strategica, sul promontorio di Posillipo, da dove regala una splendida visuale panoramica del golfo di Napoli. Dalle sue “terrazze” si possono ammirare in un colpo d’occhio la penisola sorrentina dal Vesuvio a Sorrento, le isole di Capri, Procida e Ischia e Nisida, la costa di Posillipo, Coroglio e la costa flegrea da Pozzuoli a Capo Miseno. Altro luogo nascosto da rimarcare è sicuramente Napoli Sotterranea che è un complesso di cunicoli e cavità scavate nel tufo poste nel sottosuolo di Napoli. Se soffrite di claustrofobia questo luogo potrà incutervi un po’ di ansia, tuttavia è molto affascinante anche per la storia che cela. Questa rete è stata realizzata in epoca romana come un acquedotto, ma è stata poi utilizzata come rifugio antiaerei per proteggersi dai disastrosi bombardamenti che colpirono la città. Ad oggi vi sono diversi percorsi per poter accedere alla rete di ambienti sotterranei, la quale non è ancora completamente conosciuta . E Poi?! Come dimenticare il Cimitero delle Fontanelle ,che si trova nel caratteristico e folkloristico Rione Sanità. E’ formato da un antico ossario che raccoglie i resti di almeno trecentomila persone morte nel 1656, anno della peste che flagellò la popolazione. L’usanza locale voleva che i napoletani più ricchi adottassero un teschio che diventava parte della famiglia . L’origine di questo ossario, però, si fa risalire al XVI secolo quando la città fu flagellata da tre rivolte popolari, tre carestie tre terremoti, cinque eruzioni del Vesuvio e tre epidemie e, essendo il luogo isolato, fu qui che vennero raccolti i cadaveri delle vittime. Micidiale fu la pestilenza del 1656, per cui i muri che chiudevano le cave furono di nuovo abbattuti e le stesse cave, secondo alcuni, accolsero 250.000 cadaveri su una popolazione 400.000 abitanti e, secondo altri, addirittura 300.000. L’architetto Carlo Praus racconta che nel 1764, “epoca memoranda di una esterminatrice carestia”, il Cimitero delle Fontanelle fu destinato dal Comitato di Pubblica Sanità a seppellire le salme della bassa popolazione, che non trovavano posto nelle pubbliche sepolture delle chiese all’interno della Città. Ed ancora il Praus, a seguito dell’editto di Saint-Cloud del giugno 1804, presenta nel 1810 un progetto per la costruzione di un vasto camposanto mediante l’ampliamento dell’antica necropoli delle Fontanelle. Infine , ricordiamo anche la Chiesa delle Anime del Purgatorio che si trova su via dei Tribunali, è un’area cimiteriale. Qui spicca il loculo della giovane Lucia coperta dal velo nuziale, forse morta in un naufragio insieme al suo sposo. Accanto alle tombe molti gli ex voto lasciati dai devoti napoletani a testimoniare quanto il culto per i defunti fosse vivido nel popolo partenopeo.